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Iab Seminar Digital Power: il data driven marketing è protagonista

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L’appuntamento di venerdì scorso a Milano è stato una celebrazione del “dato”, il motore dell’advertising digitale contemporaneo

I dati sono il nuovo petrolio. Una frase che ormai a risentirla per l’ennesima volta dà quasi la nausea, ma repetita iuvant. La scienza del dato è un trend economico e finanziario sul quale ormai è inutile dibattere per manifesta efficacia, per la profondità di penetrazione in tutti i settori, per la perfetta affinità con la natura del terreno su cui il business si sviluppa al giorno d’oggi: il digitale. La rivoluzione del dato brucia già da qualche anno, ma non ha ancora raggiunto il suo apice, l’onda deve ancora arrivare, come emerso venerdì scorso allo Iab Seminar Digital Power.

Le 4 V dei Big Data

Sul modello delle 4 P del professor Kotler, i Big Data devono essere classificati in base a quattro punti saldi: Volume, Velocità, Varietà e Veridicità. Più di 250 miliardi di immagini vengono caricate su Facebook ogni anno, e 2,1 miliardi di like vengono espressi ogni minuto su Instagram. Moli di informazioni enormi, convogliate a velocità estrema, che sommate al resto di internet formano una valanga di dati da elaborare e trasformare in informazioni. La varietà delle forme di questi - che possono assumere sembianze di video, immagini, testi, click e così via - e la verificabilità della loro autenticità sono due fattori che complicano la loro interpretazione. Ma prendere i dati e trasformarli in informazioni non basta, se queste poi non vengono condivise.

La democratizzazione del dato

L’obiettivo è una «democratizzazione del dato», che «non serve solo ai verticali. Democratizzazione del dato significa mettere insieme i dati, non solo all’interno di diverse piattaforme tecnologiche, ma anche in base alla granularità», ha detto Francesca D’Amato, head of digital analytics di Sky Italia, allo Iab Seminar dello scorso venerdì. In questo modo, attraverso la condivisione tra agenzie ed editori, si crea una catena virtuosa in cui gli uni riescono a conoscere meglio le audience e gli altri possono lavorare ai contenuti in modo da accrescere la base utenti e creare nuove inventory. «Seguendo il nostro custom attribution model, raccogliamo i dati media per capire come pianificare, siamo legati ai modelli data driven e partendo da dati granulari per ricostruire la storia dell’utente, cerchiamo di capire quali banner sono stati più efficaci», continua D’Amato. Mentre per aumentare le visite, a parità di risorse, Sky - con la sua redazione sportiva - ha lavorato «valutando parametri di periodicità, interesse dei lettori ad alcuni topic e formati editoriali, fino a raggiungere un aumento di traffico del 7,5%».

Artificial Intelligence e Machine Learning

La scienza del dato ha donato agli scienziati umani un supporto molto utile: l’intelligenza artificiale. Gli algoritmi sono in grado di elaborare dati grezzi e mettere in azione i risultati che ne ottengono per raggiungere gli scopi più vari, come ottimizzare una campagna pubblicitaria digitale, vincere una partita a scacchi, accendere il riscaldamento poco prima che il proprietario di casa rientri da lavoro. Fondamentale in queste funzioni è la capacità di apprendimento, che calibra le azioni in base alle esperienze. Importante però è saper usare questi strumenti: «Se un’azienda non è preparata a gestire e analizzare dati, non è pronta per il machine learning», ha spiegato Matteo Andrini, field sales representative di Google Cloud. Per sfruttare la tecnologia in maniera efficace sono necessari «un data lake di grandi dimensioni, algoritmi ben sviluppati e tanta capacità elaborativa». Gli strumenti non servono, però, se la società non è preparata. E allora «come prima cosa è necessario organizzare e aggregare dati, poi si prosegue con analisi e cloud per abilitarsi, infine, al predictive marketing. «Google punta a democratizzare l’artificial intelligence».

Dai dati agli utenti

La sfida del digital marketing contemporaneo è «individuare il consumatore nel momento in cui sta per prendere una decisione d’acquisto», ha affermato Giovanna Loi, managing director [m]PLATFORM di GroupM. Ma in questo mare di informazioni, hanno bisogno di una bussola che gli indichi la direzione per mettere insieme persone e tecnologia.

Audience

Il primo focus è sulle audience: «I dati sugli utenti vanno messi a fattor comune, unendo quelli di prima a quelli di terza parte, per disegnarne un profilo il più definito possibile. In questo modo si può lavorare sulla personalizzazione, prendendo decisioni su informazioni specifiche e valutando, quindi, canali e utenti secondo logiche predittive e di geo-localizzazione», continua Loi.

Contenuti

Il secondo punto d’attenzione riguarda i contenuti, e nello specifico il content marketing: «Le emozioni svolgono un ruolo importante per la memorabilità di un messaggio, ed è molto difficile estrapolarne le reazioni spontanee dalle ricerche di mercato svolte in maniera tradizionale. Domandando loro che emozione hanno provato, questi risponderanno esprimendo la razionalizzazione di quell’emozione, lontana dalla reazione spontanea. Con le nuove tecnologie come eye tracking e neurotracking la valenza emotiva è relativamente semplice da misurare, e con altri strumenti, che misurano battiti del cuore ed espressioni facciali, è possibile tracciare anche l’intensità emotiva. In questo modo si riesce a valutare la portata emotiva di un sito o di una creatività», spiega il direttore scientifico del centro di ricerca di neuromarketing behavior e brain lab dell’Università IULM, Vincenzo Russo.

Ottimizzazione

Terzo e ultimo punto è l’ottimizzazione: «AI e Machine Learning non sono altro che algoritmi che trasformano un input A in un output B. Gli algoritmi possono essere supervisionati - istruiti per risolvere compiti autonomamente su una base di esempi ideali - o non supervisionati - istruiti con nozioni che poi autonomamente riclassificheranno per creare ragionamenti, e da questi output. Xaxis ha sviluppato l’algoritmo Copilot, un supporto per la gestione del lavoro di ottimizzazione delle campagne, che si è ingrandito in termini di KPI, attraverso machine learning e automazione di alcune funzioni», spiega Erik Rosa, managing director di Xaxis Italia.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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