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IAB Forum, il digitale è pronto a entrare nella terza wave: il driver sarà il 5G

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La quinta generazione della tecnologia wireless metterà a disposizione la potenza necessaria per la nascita di nuove tech, preparerà il terreno per il boom di smart city, VR e AR, e genererà nuovi modelli di business e nuove professioni. IAB Forum dà appuntamento al 20 novembre 2019. Ancora, è stata anche fissata la data della prossima Digital Week: sarà dal 13 al 17 marzo

Dopo la prima giornata, lo IAB Forum ha voltato lo sguardo al futuro, ma con i piedi piantati nel presente. Siamo sulla soglia di una nuova rivoluzione, e sarà la spinta del 5G a farcela varcare. La quinta generazione della tecnologia wireless è una porta al di la della quale il dialogo tra gli oggetti connessi è più rapido e più efficace. Non solo, ai device già presenti sul mercato se ne aggiungeranno di altri, che sbloccheranno creatività e servizi ora impossibili da portare a terra. Servono però infrastrutture adatte e risorse preparate a gestire business di nuovo stampo. È necessario uno sforzo a livello di sistema per non arrivare impreparati e creare valore a livello locale già dall’alba della nuova digital economy. Sarà importante anche organizzare occasioni di confronto, per instaurare un dialogo costruttivo utile alla crescita di tutti gli attori, dalle telco alle agenzie tecnologiche, dai creativi alle istituzioni. Due di questi sono già fissati: la seconda edizione della Digital Week si terrà a Milano dal 13 al 17 marzo del 2019, mentre il prossimo IAB Forum sarà sempre nella città del Duomo il 20 e il 21 novembre dell’anno prossimo.

Carlo Noseda
Smart city

La sinergia è l’elemento alla base delle smart city, e proprio il capoluogo meneghino rappresenta l’esempio più virtuoso sul territorio italiano. Ma non bisogna mai smettere di migliorarsi e per continuare su questa strada serve condividere esperienze. «Milano è una città digitale ma deve continuare a svilupparsi. Ci sono tante città che hanno qualcosa da insegnarci, e per questo abbiamo un dialogo aperto, ad esempio, con Stoccarda per i pagamenti cashless e con Barcellona per le piattaforme aperte», spiega Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale e ai servizi civici del Comune di Milano. «Oltre alla smart city però bisogna creare smart citizen, mettendo a terra servizi con un approccio one click», continua.

Da smart citizen a smart company

«Il concetto di smartness del consumatore risiede nella sua capacità di prendere decisioni che siano veloci, efficaci, sicure e “cool”», spiega Saverio Tridico, direttore corporate & external affairs di Nexi. L’ecosistema digitale deve adeguarsi a queste esigenze, «possiamo interrogarci sul quando e sul come, ma non sul se», aggiunge. Alcune aziende hanno già recepito il messaggio, e interpretano il senso di smart secondo il proprio settore di appartenenza o business specifico. «Stiamo vivendo la seconda wave del digitale, quella dello smartphone, che ha seguito l’internet da pc, ma stiamo entrando nella terza, contraddistinta dall’IoT. I servizi concepiti nella maniera attuale sono statici, simili tra loro. Con il 5G possiamo arrivare a mappare gli utenti e creare servizi su misura, migliorando al contempo l’esperienza di accesso ai servizi», afferma Davide Bigoni, project manager di Samsung Electronics Italia. «L’IoT è uno dei filoni principali su cui sta investendo l’azienda. Lo stiamo implementando con grande dispiego di forze a livello industriale, ma stiamo lavorando anche sul lato consumer. In questo caso si tratta di una piattaforma che gestiamo con un approccio aperto, in modo che sia possibile per tutti accedere e integrare servizi e device. Il più grande ostacolo è l’interoperabilità», continua Bigoni. «Per noi “smart” significa relazione con l’energia. In questo senso, una smart home è un ecosistema in cui tutto è connesso, i pannelli sul tetto con i riscaldamenti, e tutti e due con le colonne di ricarica per le auto elettriche nei sotterranei», dice Davide Villa, chief marketing officer di Eon.

L’extended reality (o XR)

«Viviamo in un mondo in tre dimensioni. Al suo interno si sono sviluppate tecnologie come virtual reality e augmented reality», racconta Ryan Soutter, head of sales engineering for the Americas for the Advertising Creative Technology di Oath. La prima è una combinazione di asset 3D fruibili attraverso un headset, soggetta a ingenti investimenti già dagli scorsi anni - Facebook ha dichiarato che investirà altri 3 miliardi di dollari nei prossimi10 anni - e ora spinta dall’introduzione di adv in programmatic. La AR invece aggiung elementi 3D al mondo esterno attraverso la lente della fotocamera del telefono come filtro. «Dall’unione tra queste due nasce la extended reality, che sfuma le linee che dividono digital e mondo reale. Il 5G permetterà l’applicazione e la diffusione XR, che richiede una banda molto veloce. La velocità di questa tecnologia wireless arriverà a 10 giga al secondo, con una latenza di 1 millisecondo. Specifiche necessarie per supportare la potenza della nuova tech che permetterà una nuova generazione industriale. Siamo davanti all’evoluzione più grande dell’era del wireless», continua Soutter. E gli investimenti non tarderanno ad arrivare: si stima infatti che le revenue prodotte dalla XR nel 2024 saranno circa 6,8 miliardi di dollari.

L’indotto e le risorse del digitale

Il valore dell’industria digitale continua a crescere. Quest’anno vale 65 miliardi di euro, l’11,6% in più del 2017 e il 22% sul 2016. I dati della ricerca congiunta di EY e IAB Italia dal titolo “Le infinite possibilità del digitale in Italia” indicano poi che pubblicità online ed e-commerce si confermano - per il secondo anno - i comparti che più di tutti guidano la crescita dell’intera industria con incrementi rispettivamente del 13% e 15% rispetto al 2017, anche se i pesi sul valore complessivo si attestano intorno al 4% e 44%. Il trend positivo del comparto ha generato un incremento nell’ambito degli occupati, che ora sono 285 mila, rispetto ai 253 mila del 2017, per un +12,7% yoy. “Si tratta di persone impiegate a tempo pieno in ambiti come il digital marketing e la comunicazione interattiva, la tecnologia che permette di erogare servizi online, ma anche e-commerce, online advertising e sviluppo di app. Il valore dell’industria digitale porta con sé rinnovamento e trasformazione in tantissimi altri settori adiacenti, stimolando la produttività in aziende non necessariamente votate all’innovazione. La politica economica del Governo può e deve svolgere un ruolo più determinante e di sostegno alla digitalizzazione, per una maggiore competitività a livello di sistema, un aspetto su cui l’Italia ha ancora un gap importante rispetto al resto dell’Europa e che va colmato per uno sviluppo dell’economia a lungo termine”, commenta Carlo Noseda, Presidente di IAB Italia. «Considerando il valore del settore a perimetro allargato, l’indotto economico raggiunge 89 miliardi di euro, con un numero occupati che supera i 675 mila», aggiunge Andrea Paliani, mediterranean markets & clients managing partner di EY, che ha presentato la ricerca durante la plenaria. «Purtroppo alcune tra le professionalità più richieste nelle aziende, però, sono carenti da formazione universitaria. Ad esempio, l’82% delle aziende dichiara di voler inserire data scientist (82%) e digital strategist (57%) nel loro team, ma sono pochi i laureati che escono dagli atenei con queste skills. Le company italiane hanno grande bisogno di nuove risorse, tanto che il 71% ha attivato iniziative concrete per l’integrazione di nuovi professionisti appartenenti alla generazione dei millennials. Solo il 27% ha invece avviato programmi di reskilling, molto utili per rimanere al passo con un segmento che per caratteristiche cambia molto velocemente», conclude.

Mischiare gli ingredienti

«Per abilitare la rivoluzione digitale abbiamo pero bisogno di alcuni ingredienti che ci aiutino a creare valore sull’infrastruttura. Il nostro è un Paese che sconta un ritardo nella penetrazione delle reti ultra broadband, risultato di una carenza di investimenti e di competizione nel mercato delle telco. Scontiamo una minore diffusione della fibra e usiamo il mobile per tutti i servizi. Questo non è il modo giusto per creare smart city e smart citizien. Bisogna recuperare il gap infrastrutturale», è il parere di Elisabetta Ripa, amministratore delegato open fiber e membro advisory board IAB Italia. Oltre a superare questo dislivello, che rappresenta un forte impedimento per tenere la velocità di sviluppo delle aree più avanzate, bisogna aver chiaro in mente cosa va sistemato, così da non farsi trovare impreparati. «Bisogna capire da dove arriva il cambiamento e mettere allo stesso tavolo gente con punti di vista diversi, così da creare un confronto costruttivo», aggiunge Noseda. Un punto fermo di questo processo è l’utilizzo della blockchain, che sposta il livello della rete «da internet of information a internet of value, dove lo scambio sarà tra gli asset», prosegue lo scrittore Jim Harris. In un ecosistema del genere «bisogna sporcarsi le mani, comunicare in modo contemporaneo. Essere conservativi è anacronistico, e l’inazione porta inesorabilmente all’oblio, alla perdita di awaraness», aggiunge Antonio Campo Dall’Orto, membro dell’advisory board di IAB Italia.  Se questo è il monito ai marketer, Ferruccio De Bortoli, giornalista e presidente dell’advisory board di IAB Italia, chiude con un appunto al mercato «Senza regole non esiste la libertà né il riconoscimento del merito del lavoro. Queste regole non bisogna subirle, e nemmeno opporsi, altrimenti si perde di credibilità». Bisogna invece rispettarle e cercare di interpretarne il senso per raggiungere i risultati a cui si aspira.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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