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Festival di Cannes 2017: l’intelligenza artificiale non può sostituire la creatività, ma può potenziarla

Autore: Redazione


IBM, Isobar e l’AI Lab di Tencent hanno commentato a Cannes la relazione tra uomo e macchina nel processo creativo arrivando a una conclusione: la tecnologia, per quanto avanzata, è un supporto per l’uomo. «Il potere dell’empatia non può essere automatizzato o dato in outsourcing», dice Jean Lin, ceo di Isobar

dal nostro inviato a CANNES, Francesco Lattanzio

L’intelligenza artificiale può essere usata efficacemente come motore della creatività. E lo sa bene Adobe, che ha di recente lanciato una tecnologia destinata a cambiare le regole del gioco. Si chiama Adobe Sensei e sfrutta miliardi di contenuti e dati - da immagini ad alta risoluzione fino ai clic dei clienti - in un framework che unisce intelligenza artificiale e apprendimento automatico. Dall’abbinamento di immagini selezionate tra milioni di risorse, alla capacità di comprendere il significato e il sentiment di un testo, fino al targeting mirato di importanti segmenti di pubblico. Il valore di questa innovazione, o sarebbe meglio definirla rivoluzione, è stato l’oggetto dell’intervento di Chris Duffey, senior strategic development manager Creative Cloud di Adobe. L’intelligenza artificiale è considerata un’invenzione al pari dell’elettricità, con lo stesso impatto sui cambiamenti del mondo e per le persone, dove le persone hanno il ruolo chiave, ossia quello di utilizzarla.

«L’AI mangia dati a colazione ma per guidare la creatività serve l’immaginazione, la vera intelligenza è l’immaginazione»,  spiega Duffey ad una folla di curiosi accorsi ai Cannes Lions 2017. L’AI, secondo lui è senza dubbio il futuro della creatività ed è la chiave di volta per andare più a fondo in un contesto e potenziare la digital experience degli utenti. «Oggi l’AI può essere considerata come un intelligence assistant che può aiutarci a fare qualcosa meglio di come la faremmo da soli, come aumentare la nostra produttività. L’uomo ha sempre avuto bisogno di assistenti intelligenti, ve ne sono esempi sin dall’antichità come i piccioni viaggiatori», continua il carismatico speaker. Intelligenza artificiale, machine learnign, deep learning stanno trasformando come creiamo e cosa creiamo compresi i risultati che si possono ottenere in termini di efficacia, efficienza e potenziamento degli stessi. «Però l’intelligenza artificiale bisogna usarla, non esiste un modo giusto o sbagliato, bisogna sperimentare», conclude.

Uomo, Macchina e arte: IBM Watson e Alex Da Kid

La creatività è sempre stata unicamente umana. Ma oggi, i pensatori creativi esaltano sempre di più le opportunità di creazione e innovazione offerte da sistemi cognitivi come IBM Watson. In un panel dedicato proprio all’uso artistico dell’intelligenza artificiale, Bob Lord, chief digital officer di IBM, ha spiegato come i professionisti creativi stanno sfruttando i massicci data lake provenienti, ad esempio, da conversazioni sui social, immagini, video, suoni, colori, sapori e altro per estendere il proprio talento e esplorare aree che non sono state possibili fino ad oggi in assenza di raffinati sistemi cognitivi. Volatilità, incertezza, complessità sono le parole che descrivono l’industry, oggi, ma anche la cultura che ha bisogno di stimoli sempre nuovi.

«Viviamo in una cognitive era, dove i computer possono realmente imparare, un era programmabile. Watson, ad esempio, può comprendere sia domande che risposte molto complesse, e ogni settore può trovare giovamento dal suo supporto», spiega Lord. Naturalmente in questi è incluso il settore creativo e a IBM piace considerare Watson come come una “musa ispiratrice” per i creativi di tutte le estrazioni. Per dimostrarlo si è unito a lui sul palco dei Cannes Lions il premiatissimo produttore musicale Alex Da Kid, founder e ceo di KIDinaKORNER che ha collaborato con IBM Watson per scrivere una canzone la quale ha avuto un enorme successo. «Con l’AI nessuna creatività può essere considerata finita ma si evolve e cambia insieme al mondo», ha spiegato al pubblico l’eccentrico artista.

Intelligenza artificiale: supporto, non sostituzione

Ci sono due categorie di aiuto che l’intelligenza artificiale può offrire al lavoro di un’agenzia. Il primo è prettamente tecnico e consiste nella personalizzazione di alcuni elementi sulle preferenze dell’utente, oppure nella post produzione di un video. «L’intelligenza artificiale aiuta, ad esemio, ad adattare l’interfaccia all’utente o a rendere particolari le esperienze di fruizione su un sito», dice Jean Lin, ceo di Isobar. «L’automazione può sottrarre all’uomo una serie di lvori ripetitivi e permettergli di dedicare più tempo alla creatività. Noi stiamo sviluppando strumenti di AI capaci di fare report di eventi sportivi, come veri e propri giornalisti, o di aggiungere effetti, scegliere lo stile e fare post produzione di filmati», spiega invece Wei Liu, head of AI Lab di Tencent. I dati «sono la benzina della intelligenza artificiale, ma questa serve ad attivare la creatività», dice Lin, non rappresenta un meccanismo autonomo. «Quando l’AI vince le partite contro i campioni mondiali di Go, sicuramente non prova piacere nel giocare. Esiste una componente emotiva. Per questo AI e uomo devono collaborare. Il potere dell’empatia è una cosa non può essere automatizzata o data in outsourcing», conclude Lin. Il rapporto tra uomo e AI, dunque, non può consistere nel delegare. Piuttosto nel collaborare.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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