ABBONATI

Festival di Cannes 2017 - Day 1: il panel di The Economist sul tema della creatività

Autore: Redazione


The Economist ha raccolto i rappresentanti di alcuni tra i più importanti brand, Deloitte, Mastercard e Samsung, per discutere di creatività

dalla nostra inviata a CANNES, Francia, Anna Maria Ciardullo

Wake Up with the Economist: il publisher incontra i CMO per discutere del valore della creatività oggi

Nel lido del noto publisher sono stati invitati tre leading global chief marketing officer per discutere dalla propria prospettiva alcune problematiche dell’industry ed esaminare il reale valore della creatività nelle sfide che affrontano ogni giorno Anche quest’anno The Economist ha portato ai Cannes Lions le sue interessanti sessioni mattutine, le stesse che hanno animato la spiaggia di Cannes anche la scorsa edizione e le due precedenti. Format vincente non si cambia e gli incontri sono previsti tutte le mattine fino alla fine della settimana. Lunedì, quando tutti i partecipanti sono entrati nel vivo delle conversazioni, nel lido del noto publisher sono stati invitati tre leading global chief marketing officer per discutere dalla propria prospettiva alcune problematiche dell’industry ed esaminare il reale valore della creatività nelle sfide che affrontano ogni giorno. La partecipazione attiva dei CMO e delle loro agenzie partner al panel di The Economist sembra crescere costantemente di edizione in edizione con sempre più personaggi che portano le proprie esperienze sui vari palchi e sale del Palais così come all’esterno sotto il sole cocente di giugno. Gli speaker protagonisti di questo primo incontro formano una line up di tutto rispetto: Diana O'Brien, chief marketing officer di Deloitte, Raja Rajamannar, chief marketing &communications officer di Mastercard, Marc Mathieu, chief marketing officer di Samsung Electronics America e Daniel Franklin, executive editor dell’Economist, padrone di casa e moderatore dell’incontro. Oggi chiunque può diventare un creatore di contenuti, non solo chi lo fa di professione e questo nuovo indirizzo non può che influenzare l’intero processo creativo cambiandone completamente le logiche. Il prodotto è esso stesso tecnologia e le persone possono creare “prodotti tecnologici” o contenuti, che dir si voglia, di grande qualità semplicemente usando i device che hanno a disposizione e che utilizzano per raccontare le proprie storie. Questo cosa cambia per chi si occupa di creatività a livello professionale? Le storie autentiche sono quelle che le persone vogliono sentire. Per questo il ruolo del creativo è quello di abbandonarsi ad una cultura dell’iniziativa lasciando andare il bisogno di sicurezza e conservazione. Chi ha la fortuna di fare creatività per lavoro deve andare alla ricerca della disruption, «dobbiamo prenderci dei rischi, non evitarli», spiega Mathieu. Dalla creatività spontanea c’è sempre da imparare. Quello che conta per un brand è riuscire a mantenere alcuni capisaldi, tre per cominciare: costruire intorno a se le basi per la trustability, essere completamente trasparente, non considerare mai niente come sicuro ma affidarsi solo a insight misurabili e a risultati concreti.
La creatività segue i consumatori
«La creatività non sta andando dove è sempre andata, ossia dalle agenzie creative, ma si dirige dove vanno i consumatori, è più che mai un consumer creative process» commenta Rajamannar. «La cosa importante, infatti, è ascoltare le persone, capire cosa gli piace e cosa no ma, soprattutto, quali sono le cose a cui tengono - ribatte O’Brien -.Il marketing oggi si costruisce intorno alla brand trust e sulle relazioni emozionali con le persone». I marketer per riuscire in quello che si potrebbe definire un “creative-led business” devono prima di tutto mantenere la loro “brand promise”, costruendo rapporti di fiducia e umanizzando il proprio brand. In loro aiuto interviene l’utilizzo dei dati, essenziale per contestualizzare e personalizzare i messaggi. «Non bisogna pensare che la tecnologia sia un mezzo per rendere tutto più freddo e distaccato, mai come in quest’epoca con la tecnologia si può fare tutto il contrario», aggiunge Mathieu. «In base agli insight emersi dalle nostre misurazioni razionalizziamo ogni aspetto del messaggio da veicolare affinché risulti rilevante. La rilevanza di un messaggio è tutto perché le persone possono sempre decidere di fare opt in o opt out, nessuno può imporre l’attenzione ne abusare del potere di persuasione, questo significa aggiungere grande valore all’adv» aggiunge Rajamannar. Il moderatore di The Economist ha chiesto allora se possa essere considerato un pericolo diventare troppo precisi nella misurazione? «Dipende - spiega ancora Rajamannar -. Noi sperimentiamo continuamente i risultati, dobbiamo sapere sempre perfettamente se una campagna funziona o no, le misurazioni se hanno riscontri sono sempre valide perché non si tratta solo di business metrics ma anche di marketing KPI. Inoltre, un obiettivo di chi usa dati, soprattutto come quelli behavioral che sono molto personali, è inseguire il rispetto della privacy, proteggendo i destinatari della comunicazione».
Il ruolo del CMO oggi
Si è parlato anche di talenti durante il panel mattutino sulla spiaggia dell’Economist. «Il ruolo di un leader come il CMO all’interno di un’azienda è gestire le problematiche ma, soprattutto, portare un punto di vista innovativo durante i momenti di transizione che l’era del digitale pone costantemente di fronte - spiega ancora O’Brien -. Un buon marketer deve sapere quali sono gli insight che funzionano, ciò che interessa davvero al proprio target, ma deve anche capire la tecnologia e il business». Non è facile trovare persone che abbiano il piglio da general manager e allo stesso tempo una sensibilità creativa ed empatica per entrare in contatto non solo con quello che desiderano i consumatori ma anche con il DNA della company. «Devono essere anche in grado di scindere, se necessario, la dimensione digitale da quella classica e comportarsi come marketer alla vecchia maniera», commenta Rajamannar. Come figure di leadeship, del resto, sono dei veri e propri brand ambassador e devono essere in grado di rappresentare all’esterno i valori del brand, con trasparenza e verità. L’obiettivo ultimo deve essere sempre «Creare un impatto che abbia importanza e significato», concordano tutti all’unisono. «L’industry ha bisogno di nuove expertise ma la specializzazione non deve condurre al lavoro per silos perché la collaborazione, l’interconnessione tra le attività in una realtà, soprattutto se basata sulla creatività deve essere un caposaldo. Bisogna innalzare la qualità delle proprie armi creative», conclude Mathieu, abbassando il sipario sul panel di The Economist.

img
incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy