Daily Media ha intervistato nel corso della seconda giornata del Festival l’attuale Digital Chief Creative Officer dell’agenzia Armando Testa, chiamato a giudicare i lavori inseriti in una delle categorie più innovative e insieme competitive: Mobile
dai nostri inviati a CANNES, Anna Maria Ciardullo e Francesco Lattanzio
Nessun Lions a Cannes per i lavori Italiani nella categoria Mobile quest’anno, ma l’Italia ha avuto comunque i suoi portavoce. Oltre a GBT Roma, che con la campagna “Feel the view”, per Ford, si è aggiudicata un posizionamento in shortlist -, anche se purtroppo non l’ambito Leone -, soprattutto, Flavio Fabbri, Digital Chief Creative Officer di Armando Testa, selezionato come giurato di categoria. DailyMedia lo ha incontrato subito dopo le premiazioni per qualche commento a caldo sulla sua esperienza e sul lavoro che ha vinto il Grand Prix Mobile, l’app “Corruption Detector” di Reclame Aqui, creata da Grey Brazil, che permette di conoscere la storia dei politici brasiliani (molto spesso corrotti) semplicemente inquadrando il loro volto con il proprio smartphone. «La qualità dei lavori è stata altissima, con diverse discussioni sull’assegnazione del Grand Prix, che però, alla fine, ci hanno visti tutti allineati. Per me è stato un vero onore lavorare in un ambiente così stimolante e con menti creative davvero incredibili. Il Grand Prix non è solo un premio, ma anche un messaggio; e per questo la scelta è caduta su qualcosa che fosse realmente spendibile per gli utenti, in quanto, l’app 'Corruption Detector' sfrutta al massimo la potenza del mobile, dando alle persone il potere in mano. Il trend che abbiamo individuato, infatti, oltre a un sostanziale spostamento del mobile da second a first screen, è che, in generale, si cerca sempre di più di creare attività che mettano il controllo in mano all’utente. I lavori italiani in gara erano tutti di ottima qualità, ma forse sono stati meno vicini ai trend internazionali legati al mobile di cui parlavo. Il passo ulteriore su cui investire, per l’anno prossimo, credo sia quello di passare dal riflettere a come realizzare una creatività al pensare a come creare una relazione, perché ormai il brand sono le persone stesse. Questa, a mio avviso, è la chiave per una creatività più significativa e duratura, non solo destinata agli utenti ma che dia loro anche il controllo».