Nella industry dell’adv «solo il 32% dei Cmo sono donne, che rappresentano anche il 33% dei Cco e il 10% dei direttori commerciali». La forza della creatività e dell’advertising può essere un forte driver per ristabilire valori sociali spesso dati per scontati o sottovalutati. Sbloccando a loro volta una nuova forza creativa
dai nostri inviati a CANNES, Anna Maria Ciardullo e Francesco Lattanzio
Il tema della gender equality è sempre rimasto sospeso tra le parole e i fatti. È facile prendere una posizione, nel 2018 è impossibile essere convinti che la disparità tra uomo e donna sia in qualsiasi modo legittima, ma non è altrettanto facile vedere l’idea trasformarsi in pratica. Negli ultimi anni però il fermento è aumentato tanto da generare iniziative di portata sempre maggiore e un obiettivo comune, l’empowerment della donna. Davanti ai dati le supposizioni si sciolgono come neve al sole, tranciando sterili polemiche. Ed è per questo che l’ormai celebre Marc Pritchard ha sciorinato qualche numero relativo al settore dell’advertising: «Solo il 32% dei Cmo sono donne, che rappresentano anche il 33% dei Cco e il 10% dei direttori commerciali». Bisogna creare una base equa per produrre risultati equi, e insieme ad essa le “pipelines” che ne facciano da struttura. Il lavoro da fare è ancora profondo, perché «il 29% delle ads che trovate sui media trattano ancora la donna come un oggetto, noi puntiamo a farle sparire completamente», spiega. Anche perché lavori pubblicitari di maggior successo della holding - per esempio “Like a Girl” di Always’, “Change Destiny” di SKII, “Live Fearlessly” di Olay - mostrano uomini condividere le faccende con le donne. Oltre a una giusta causa, colmare il gap significherebbe, secondo stime di McKinsey, immettere nell’economia mondiale 28 trilioni di dollari.
Il piano di Marc Pritchard
Il piano di Marc Pritchard è partito dalla presa di coscienza sulla potenza che hanno i messaggi lanciati dalla sua holding. «Attraverso i nostri messaggi, veicolati attraverso l’advertising, riusciamo a muovere e coinvolgere milioni di persone. Ho deciso di usare la voce di P&G per fare del bene». Ma, sebbene sia a capo del marketing dell’inserzionista più grande del mondo, «non possiamo agire da soli, abbiamo bisogno della industry e di campagne potenti che creino risposte positive». Il movimento UN Women Unstereotype Alliance, insieme a quello dell’ANA (che si chiama #SeeHer), hanno già riunito 80 company sotto la bandiera dell’eliminazione degli stereotipi di genere dall’advertising e dai media, ma questo non basta. P&G, Smirnoff, HP, MMC and Ketchum, United Talent Agency, Tribeca Enterprises e Wieden + Kennedy, sosterranno il progetto Queen Collective di Queen Latifah, in cui la regista, cantante e attrice, promette di investire denaro, tempo ed esperienza nella produzione del migliore film di una regista donna. «Tra il 2007 e il 2017, solo il 4% dei film sono stati diretti da donne. La donna deve ricoprire un ruolo più centrale nel processo creativo», afferma Queen. Non solo, P&G sarà partner anche della nuova casa di produzione Katie Couric Media, della giornalista Katie Couric, che si impegna a creare contenuti innovativi e smart completamente prodotti da donne e riguardanti il loro empoweing. Il Glass Lion è nato proprio per rappresentare il cambiamento, la voce della creatività può avere un gran potere per creare una società migliore.