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Cannes Lions Talk con i giurati italiani: «La creatività più premiata è quella capace di scatenare un cambiamento sociale», le parole di Francesco Bozza

Autore: Redazione


L’intervista al Chief Creative Officer di FCB Milan, chiamato a giudicare i lavori in gara per la categoria “Brand Experience”

di Anna Maria Ciardullo

Tra gli otto giurati italiani chiamati a rappresentare il nostro Paese, quest’anno, al Festival Internazionale della Creatività Cannes Lions, anche Francesco Bozza, Chief Creative Officer di FCB Milan, invitato a giudicare i lavori per la categoria “Brand Experience”. Bozza è da considerarsi ormai un veterano della manifestazione, alla quale ha partecipato già moltissime volte, sia in veste di creativo sia in veste di giurato e della quale si considera un vero e proprio “fan”. Nella seguente intervista ha spiegato a DailyMedia le caratteristiche che fanno la differenza nella categoria che rappresenta, ma anche più in generale lo scenario attuale dell’industria creativa, in fermento, esattamente come questa edizione del festival. Non è mancato anche un piccolo pronostico su chi potrebbe aggiudicarsi l’ambito Grand Prix.

Cosa cerca maggiormente nelle campagne che è chiamato a giudicare?

Un’idea creativa brillante, originale e immediata. Un’esecuzione perfetta. Risultati inequivocabili. E una case che non mi faccia sbadigliare, che non suoni banale e scontata. Credo che una delle cose più difficili, oggi, nel nostro lavoro sia la capacità di raccontare i nostri progetti (sempre più complessi e articolati) in maniera semplice.

Come si è evoluta nel tempo la categoria “Brand Experience”?

La mia categoria era quella che fino all’anno scorso si chiamava Promo & Activation. Qui venivano iscritte tutte le campagne capaci di attivare una relazione con il consumatore, un contatto diretto e quantificabile con dei numeri. In effetti chiamarla Brand Experience è più corretto, rispecchia molto più di prima tutte le dinamiche di relazione tra il brand e il consumatore.  Meno legata ai singoli media, ma più sulle esperienze che regaliamo alle persone.

Può descrivere brevemente le esperienze che ha maturato in questo segmento specifico?

Ho cominciato a lavorare agli inizi degli anni 2000. Ho avuto la fortuna di vivere un periodo della creatività ancora molto legato ai media tradizionali e a dinamiche di ingaggio dei consumatori basate sulla tv, sulla stampa, sulla radio e, successivamente, sul punto vendita. Poi, nel giro di 5 anni, tutto è cambiato. Le possibilità espressive della creatività si sono moltiplicate. È arrivato il digitale, sono arrivati i social, è esploso il concetto di un Branded Content evoluto, e oggi è impensabile non tenerne conto e non impostare da subito una strategia creativa all’interno di un ecosistema più complesso e articolato. Il Direct è cambiato, il concetto di PR è cambiato e naturalmente anche lo strumento di “Promozione” ed “Attivazione” sul punto vendita. Per noi creativi tutto questo è molto stimolante. Ormai ci sono centinaia e centinaia di case-history che lo dimostrano, idea che hanno spostato i confini delle categorie.

Ci sono lavori italiani nella sua categoria? Ha notato particolari differenze tra le produzioni italiane e quelle internazionali?

Uno dei lavori più belli, e anche più esemplificativi della categoria Brand Experience è un progetto italiano a metà: si tratta dell’operazione di Diesel che ha segretamente aperto un negozio dall’aspetto fasullo ai margini di Canal Street, a New York (il cuore pulsante della contraffazione nella grande mela). Il negozio vendeva capi firmati DEISEL, le persone non lo hanno realizzato, e hanno acquistato pezzi unici realizzati dal brand, destinati sicuramente a diventare oggetti da collezione. Il progetto è di Publicis New York, ma porta la firma di Luca Pannese e Luca Lorenzini che hanno lavorato a stretto contatto con Publicis Milano. Molto interessante anche “Feel the View” il progetto di Ford Italia che consente di trasformare la superficie piana del finestrino dell’auto in un display tattile, per consentire anche ai non vedenti un’esperienza di viaggio memorabile.

Ritiene che i lavori italiani in gara abbiano le carte in regolaper ambire a un premio?

Ci sono un paio di progetti che fanno ben sperare. Sarà interessante vedere come questi progetti riusciranno a essere aderenti alle caratteristiche della nuova categoria. Quello che, però, salta all’occhio è sempre la scarsità di campagne che l’Italia realizza per grandi clienti. Non ci può essere una grande idea se non c’è un grande cliente che la compra, che ci investe e che ci crede. La creatività italiana non è inferiore per niente, anzi. I nostri talenti che lavorano all’estero vincono con campagne meravigliose.

Quale campagna della sua categoria merita il Grand Prix secondo lei?

Uno dei progetti che mi ha maggiormente colpito è quello realizzato da Lacoste che, per sensibilizzare gli appassionati delle sue polo sul rischio di estinzione di alcune specie selvatiche, ha lanciato 10 polo, in cui il celebre logo del coccodrillo è stato sostituito da 10 simboli di animali a rischio. Ma non solo: ogni polo è stata realizzata in un numero corrispondente a quello degli esemplari di ogni specie ancora in vita e in libertà sul pianeta. Al prezzo di 185 dollari per ogni polo, la collezione è andata sold out in poche ore. Un progetto che merita assolutamente il Grand Prix.

Che iniziative porta FCB Milan al Festival quest’anno?

Presentiamo tre progetti di cui siamo molto orgogliosi e che rappresentano perfettamente il nostro modo di lavorare. L’app PizzAut, realizzata per Samsung, consente ai ragazzi autistici di arrivare a gestire un ristorante in perfetta autonomia: un lavoro che parla di tecnologia al servizio dell’inclusione, un tema particolarmente sentito a livello globale. Per easyjet abbiamo iscritto “Two Hours to Become a Star” l’iniziativa che ha coinvolto il brand durante il Salone del Mobile realizzata in collaborazione con la NABA di Milano: giovani designer chiamati a sviluppare un’idea progettuale in sole due ore di tempo, durante un vero volo a bordo di un aereo easyjet. E poi la campagna realizzata da FCB per supportare il Diversity Brand Forum.

Che ne pensa della nuova veste della kermesse?

La decisione del gruppo Publicis, nel bel mezzo del Festival dell’anno scorso, ha scatenato un putiferio. Ma bisogna sempre guardare il bicchiere mezzo pieno: questo fulmine a ciel sereno ha scatenato un dibattito, una discussione che ha portato l’organizzazione di Cannes a rivedere la struttura sia dei premi sia dell’intera manifestazione. La razionalizzazione ha portato all’ottimizzazione di tutte le categorie e sottocategorie (prima decisamente troppe, e troppo ripetitive) in nove semplici macro aree, che rispecchiano molto più di prima tutte le sfaccettature del nostro lavoro.

Quali sono i principali trend della creatività nel 2018? Quali saranno quelli maggiormente enfatizzati durante questa edizione “rinnovata” del Festival?

Il Festival premia non solo la creatività capace di muovere il business, ma soprattutto progetti capaci di scatenare un cambiamento sociale. Di sicuro una comunicazione autentica e responsabile ha più possibilità rispetto a progetti ancora intrisi di artifici pubblicitari.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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