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PHD Italia rafforza il focus sull’intelligenza artificiale, billing a +30% nel 2016

Autore: S Antonini


La società guidata da Vittorio Bucci archivia un’ottima annata e si prepara alle sfide del 2017, prima fra tutte quella dell’innovazione delle practice; ieri a Verona, intanto, si è tenuto l’appuntamento del ciclo “Evolutionary”

Dall'inviata a VERONA, Silvia Antonini

Big data strategy, intelligenza artificiale, machine learning, gestione dei contenuti. Per sfruttare le potenzialità offerte dal “grande Fiume Giallo” digitale al mercato della comunicazione è indispensabile rivedere tutta la macchina e le professionalità del marketing in un’ottica contemporanea. PHD Italia si interroga sul futuro, già in atto, del mercato stante la rivoluzione digitale nel corso del convegno “Predestination. Al love humans” che ha aperto ieri la seconda edizione del ciclo di conferenze “Evolutionary”, svoltosi ieri a Verona. Il centro media guidato da Vittorio Bucci punta sull’innovazione e ha già cominciato ad attrezzarsi soprattutto sul fronte delle nuove professionalità richieste da questo nuovo scenario. È la sfida del 2017, e degli anni a venire. Intanto, il 2016 viene archiviato come un anno in cui sono stati registrati i migliori risultati di sempre. PHD ha conquistato il budget Volkswagen (100 milioni di euro), «un cliente molto sfidante, sempre attivo in comunicazione, è il quarto spender in Italia, e molto attento all’innovazione»; e ha riportato a casa Aia (15 milioni), che per un anno ha lavorato con Carat. Il billing, in crescita di oltre 30%, dovrebbe attestarsi intorno ai 300 milioni di euro, stima Bucci. Il fatturato dovrebbe avere un trend simile a quello del billing. «Non ci sono solo i grandi clienti – specifica Bucci – ma anche realtà meno imponenti che ci permettono di sperimentare» come Nest, il termostato intelligente di Google; Lamborghini; e l’antivirus ESET. «Il 2017 inizia con grande fermento – spiega il managing director -. Nel primo semestre ci dedicheremo ai nostri clienti acquisiti, e ci prepareremo per il nuovo business della seconda parte dell’anno. PHD non partecipa a gare in questo periodo, se ne parlerà più avanti».

PHD rafforza il focus sull’intelligenza artificiale

La sfida del 2017 e dei prossimi anni è l’innovazione, attraverso lo sviluppo delle nuove professionalità del marketing e delle tecnologie. «Ci stiamo già attrezzando, abbiamo al nostro interno figure professionali come data scientist verticali, web analyst, econometristi, specialisti nel listening marketing» dice Bucci. «Il nostro obiettivo è posizionarci saldamente nel mercato dell’intelligenza artificiale. Per riuscirci lavoriamo sullo sviluppo di nuovi business director in grado di gestire in toto il cliente anche in quest’ottica innovativa. Il master che realizziamo con SDA Bocconi vuole creare nuove professionalità adeguate alle nuove esigenze del marketing». Le nuove frontiere del digitale ridisegnano completamente il paradigma del marketing efficace, a partire dalle professionalità che si devono evolvere.

Il decalogo del nuovo marketing

Durante il convegno di ieri Bucci ha delineato una sorta di decalogo delle best practice, o meglio, delle cose da fare assolutamente per non perdere il treno. Sperimentare, sviluppare una buona politica di data strategy «perché il web è frammentato tra vari ecosistemi che non comunicano tra loro, ed è necessario gestire questi dati come sviluppare un buon SEO perché la ricerca sul web dia i risultati sperati». È importante dotarsi di una piattaforma tecnologica di marketing, e codificare i prodotti con i tag per integrare i processi di machine learning. E’ necessario implementare la content curation sia sul fronte aziendale sia sul fronte dell’interazione con gli utenti. Quanto conta infatti la recommendation? Amazon insegna. Ma soprattutto bisogna puntare sul fattore umano, vero motore dello sviluppo, lasciando ai robot i lavori che l’uomo non vuole più fare.

Quale futuro per la comunicazione?

«Dove stiamo andando non lo so ma il buon Mark (Zuckerberg, ndr) dice una cosa vera, fondamentale, che ritrovo anche presso molte aziende: per andare avanti l’umanità non può pensare in un’ottica di country o cities, ma come global community. Bisogna mettere a fattor comune e non pensare singolarmente». Così Marco Girelli, CEO di Omnicom Media Group e di PHD Italia ha aperto il convegno di Verona. Mentre Zuckerberg «studia da presidente degli USA» e afferma che Facebook sta diventando un sistema sociale digitale, qualcun altro, come Yuval Harari, rimette al centro le persone, pur riconoscendo il ruolo centrale del web. Il digitale deve servire all’uomo per stare meglio, e non viceversa. «Il digitale è come il grande Fiume Giallo cinese. Un corso d’acqua ricchissimo intorno al quale per secoli si sono sviluppate guerre tra tribù e disastri dovute alle inondazioni. Per sfruttarne la forza, è stato necessario mettersi insieme. Ma mettersi insieme significa rinunciare tutti a qualche cosa». Con l’intelligenza artificiale «si potrebbero gestire gli armamenti nucleari ma è chiaro che per farlo è necessario essere tutti d’accordo. La frontiera più vicina è quella delle self drive car, ma anche lì sono necessarie regole comuni, per esempio per riconoscere la segnaletica ovunque». Per quanto riguarda la comunicazione, «è un mondo fatto di tribù che per poter sfruttare il digitale si devono mettere assieme e smettere di ragionare con la logica dei silos. Bisogna costruire una nuova generazione di manager, essere più fluidi e agili, condividere e trasfromare le informazioni raccolte dalle diverse “tribù”, ripensare le organizzazioni miste, lavorare in modo più rapido e moderno. Ma soprattutto usare l’intelligenza umana in modo migliore, e lasciare alla tecnologia tutto ciò che è automatizzabile».

La crescita esponenziale

Emanuele Giraldi, head of business development di OMG Italia, sottolinea come la tecnologia funzioni da detonatore e faccia esplodere il potenziale di idee altrimenti senza utilizzo. «L’intelligenza artificiale anima le macchine che fanno cose che noi non vogliamo fare. Ad esempio, il comando vocale è una nuova interfaccia, che elimina le dita dal comando della tecnologia». Adatto per esempio alle persone della terza età, che fanno fatica a digitare. Whirlpool e LG hanno sviluppato partnership con Alexa per comandare lavatrici e frigoriferi, che ci dicono quando dobbiamo fare la spesa e cosa comprare. «Stiamo costruendo il mondo dei Jetsons» commenta Giraldi. La realtà virtuale può essere anche un modo per creare mondi paralleli migliori, dove certe dinamiche non si verificano, a somiglianza di chi li crea: «Oggi le applicazioni più interessanti sono nel settore del gaming». Attraverso i sensori, che intercettano financo le emozioni, si possono sviluppare prodotti quali Lumini, non ancora in commercio, uno strumento per la scansione facciale che valuta lo stato della pelle del viso e suggerisce il tipo di prodotto di cosmetica da utilizzare per ogni problema.

Il futuro è ora, secondo Google

Irene Montone e Luciano Cantoni, rispettivamente head of media agency e head of branding and performance solutions di Google Italia hanno illustrato l’utilizzo della intelligenza artificiale da parte di Google per migliorare la vita di tutti i giorni. «Google si focalizza sui bisogni degli utenti – spiega Montone -, alla loro soddisfazione attraverso il machine learning applicato da tutti i nostri prodotti». Dal vocal search al riconoscimento delle immagini e del contesto che è fondamentale in questa modalità nuova di comunicazione: chi, dove, quando, cosa sta facendo l’utente? Per ordinare al ristorante i Giappone superando i problemi linguistici, per esempio». O creare vestiti su misura attraverso una app e trovare poi il vestito in negozio: una sperimentazione di Google con H&M. Altro tema fondamentale è quello della realtà virtuale a 360 gradi con il visore che ha importanti ricadute sul business dati gli alti livelli di interesse che genera presso gli utenti, come l’iniziativa del NYT di spedire un milione di cardboard ai propri lettori dimostra.


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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