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Ecommerce b2b a 310 miliardi di euro, +19% nel 2016, ma pesa ancora solo il 14%

Autore: Redazione


L’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b rileva una crescita del mercato online italiano b2b; il business passa dal digitale, imprese più consapevoli

Articolo a cura di Mattia Gandini
In occasione del convegno Digital B2b: le fondamenta dell'Italia digitale tenutosi ieri mattina è stato analizzato come il digitale stia diventando una condizione necessaria per lo sviluppo e il successo di un’impresa. In particolare, un ruolo fondamentale è coperto dal mercato online b2b, vale a dire l'uso di strumenti digitali nelle transazioni tra le imprese. Nel 2016 questa frazione di mercato ha raggiunto un valore di 310 miliardi di euro, con una crescita del 19% anche se ancora rappresenta solo il 14% degli scambi complessivi pari 2.200 miliardi di euro.

“Filiera delle Filiere”

Il panorama economico italiano vede un sistema costituito da una “Filiera delle Filiere” in cui, per ogni impresa, altre imprese rappresentano il principale cliente o il fornitore di riferimento. In Italia le 5 milioni di società sono divise in: 4.500 di grandi dimensioni, 250.000 PMI, 1,5 milioni microimprese e 3,2 milioni di imprese individuali. Nel 2016 sono state 120mila quelle che hanno adottato soluzioni di ecommerce b2b, il 20% in più rispetto all’anno precedente. E chi utilizza maggiormente un sistema B2b digitale sono le grandi imprese (più del 50%) e il 26% delle PMI.

Il mercato ecommerce b2b online italiano

Più nello specifico il mercato b2b online è così organizzato: la maggior parte dei volumi gestiti in digitale si concentra tra produttori e rivenditori - il 50% dell'ecommerce b2b -, mentre il 30% riguarda produttori-fornitori e il restante 20% si divide tra grossisti e rivenditori e tra produttori e grossisti. Inoltre il segmento del b2b è la parte più rilevante dell’attività in quanto pesa quasi per il 75% rispetto al fatturato totale delle imprese italiane - oltre 3.600 miliardi di euro. E proprio su questo tema si esprime Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell'Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b: “Introdurre gli strumenti digitali in maniera capillare aumenterebbe la competitività delle nostre imprese sia in termini di efficienza, con notevoli risparmi di tempo e denaro, che di efficacia, ossia trasparenza, velocità di esecuzione e accesso a un ventaglio più ampio di fornitori e clienti”. Oltre al fattore economico, cresce lo scambio elettronico di dati (EDI), con oltre 150 milioni di documenti (+36% rispetto al 2015) scambiati da 12.000 imprese, in crescita del 9%. Sono 430 i nuovi Extranet e portali b2b in Italia che connettono 120.000 organizzazioni per lo scambio di documenti del ciclo dell’ordine.

La composizione del segmento

Inoltre sono nati oltre 20 portali di eprocurement, attivati principalmente da grandi imprese per supportare soprattutto i processi di selezione e qualifica dei fornitori, ma con un importante ruolo di "spinta": nel 40% dei casi hanno portato a una digitalizzazione del ciclo dell’ordine. Le soluzioni di ecommerce b2b vanno dall'eprocurement (che comprende i processi di ricerca, qualificazione e certificazione fornitori, negoziazione su strumenti digitali ed ecatalog), ai processi operativi di esupply chain execution (fasi logistiche, commerciali, amministrative e contabili), fino ai processi collaborativi di esupply chain collaboration (pianificazione, sviluppo nuovi prodotti, gestione della qualità). Circa il 75% del valore dell'ecommerce b2b fa riferimento ad applicazioni di esupply chain execution perché le imprese negli ultimi anni hanno utilizzato soluzioni di digitalizzazione del ciclo “ordine-consegna-fatturazione-pagamento” principalmente per il recupero di efficienza e riduzione degli sprechi. Le soluzioni di eprocurement e di esupply chain collaboration restano invece limitate alle grandi imprese, incidendo in misura minore sui volumi complessivi scambiati. Sul fronte investimenti, invece, secondo le ricerche dell’Osservatorio il 60% delle grandi imprese indica tra le priorità di investimento per i prossimi tre anni progetti digitali a supporto delle transazioni b2b. Le grandi imprese, riconoscendone l’importanza, sono pronte ad adottare soluzioni di digitalizzazione del ciclo sopra citato.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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