L’indagine del broadcaster mette in luce i comportamenti mediali degli appassionati di cibo attraverso un quadrato semiotico e l’individuazione di quattro profili principali
- I Cucinieri: Appassionati di cucina e amici dei fornelli, vanno a caccia di ricette, nuove o tradizionali, da tradurre in piatti da portare a tavola. Per loro il cibo è “cucina” e per questo non amano la spettacolarizzazione e le filosofie del cibo. Dieta mediatica: siti e blog di ricette; programmi tv di ricette; libri e riviste di ricette.
- Gli Antropologi: Curiosi e intellettuali del cibo e dell’alimentazione, sempre alla ricerca di approfondimenti. Per loro il cibo è “cultura”: identità, storia, territorio, etica. Dieta mediatica: reportage su cibo e alimentazione (su magazine cartacei e online); documentari e podcast sul cibo; riviste di approfondimento.
- I Cool Hunter: Curiosi e sperimentatori, sono sempre a caccia di nuove tendenze. Per loro il cibo è “status”, e conoscere nuovi ristoranti, chef e piatti alla moda è la moneta che misura la loro ricchezza, sempre alla ricerca di nuovi locali da provare. Dieta mediatica: documentari su chef e ristoranti: guide istituzionali; liste e recensioni dei migliori ristoranti.
- Gli Spettatori: Amici del divano più che dei fornelli, gli spettatori del cibo vedono nel food evasione e “intrattenimento”. Per questo amano la spettacolarizzazione che ritrovano in alcune trasmissioni televisive e in alcuni siti web. Dieta mediatica: cooking e talent show; storie di chef; recensioni visive.