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Dall’Ad Tech al MarTech. Tecnologia e contenuti a servizio dell’evoluzione digital

Autore: Redazione


È il tema trattato da Carlo De Matteo, Co-founder di TheOutplay, piattaforma che mette direttamente in contatto publisher, advertiser e content owner per agevolare lo sviluppo del video advertising e che ha parlato dell’evoluzione di un settore sempre più trasversale

«Il mercato del video online oggi è dominato da YouTube e Facebook e le loro piattaforme di acquisto consentono agli inserzionisti di accedere in modo semplice e diretto alla propria audience. Per questo motivo, le OTT assorbono circa il 60% degli investimenti di video pubblicità online, il resto viene spartito tra i publisher online e i prodotti video dei centri media, entrambi sempre più indeboliti dalla concorrenza. La complessità e il costo di adozione della tecnologia video impediscono agli editori di ottenere adeguati ritorni, inoltre, l’alto costo di acquisizione di produzione video può portare all’inevitabile conseguenza di una quasi totale assenza di video inventory disponibile. A queste condizioni, è molto difficile che i ricavi di video advertising possano decollare. A fronte della mancanza di volumi di offerta video e nel tentativo di soddisfare la grande domanda delle aziende, i publisher hanno iniziato ad adottare formati video banner di ogni genere. Questi formati, meglio conosciuti come in banner video e outstream, godono oggi di un notevole successo, nonostante i danni che arrecano allo sviluppo del mercato del video. L’adozione di questi formati produce ricavi da un’inventory artificiale e tutto a spese della user experience. Le conseguenze sono inevitabili, i publisher riscontrano un livello di engagement molto più basso e KPI delle campagne decisamente poco brillanti. Questi formati hanno anche un impatto negativo sulla reputazione dei brand inserzionisti e gli advertiser, inevitabilmente, si vedono costretti a spostare i loro investimenti sulle OTT dove questi formati invasivi non trovano spazio. Tuttavia, sui social network il brand può essere facilmente minato dai commenti degli utenti, rendendo la propria comunicazione video vulnerabile e generalmente poco performante. I publisher devono trovare una piattaforma indipendente che consenta loro di risolvere il problema degli alti costi di produzione e di adozione della tecnologia video. L’unica soluzione possibile è fornire agli advertiser un luogo sicuro dove possano tutelare la propria immagine e promuovere il proprio messaggio. In questo modo, gli advertiser potranno proteggere e sostenere i publisher affidando loro la propria spesa pubblicitaria. Se questo non dovesse avvenire, le OTT manterranno la loro posizione dominante e publisher e advertiser perderranno una grande opportunità». Questa chiara descrizione delle criticità che affliggono il settore del video advertising e che ne rallentano il decollo è un estratto del video di apertura dell’intervento tenuto ieri durante lo IAB Seminar Video da Carlo De Matteo, co-founder e head of business division di “TheOutplay”. La società ha creato una piattaforma indipendente che collega direttamente publisher, advertiser e content owner, fondendo video, advertising e tecnologia in un’unica soluzione facilmente adattabile ad ogni contesto editoriale. La piattaforma offre ai publisher l’accesso a migliaia di video premium consentendo di generare inventory di qualità. Le video impression diventano così una commodity da vendere direttamente all’inserzionista tramite la piattaforma con una strategia end to end. Dall’AdTech al MarTech Una situazione particolarmente difficile insomma, come ha spiegato lo stesso De Matteo prima di introdurre il secondo tema del suo intervento, quello del “MarTech”. Si tratta di una nuova tendenza che mescola le parole “marketing” e “tech” non a caso. Oggi, infatti, l’uso della tecnologia per raggiungere obiettivi di marketing sta soppiantando l’idea, ormai antica, che l’ad tech sia appannaggio esclusivo di tecnici specializzati solo in “numeri”, ma che sia in realtà un mondo popolato anche dai team del marketing e dalla creatività in generale. «La tecnologia ormai è diventata una commodity proprio come l’elettricità» continua De Matteo. Un esempio perfetto di questa fusione che risponde al nome di “MarTech” sono le piattaforme di marketing automation poichè uniscono due elementi chiave dell’advertising: tecnologia e contenuto. Il relatore ha lasciato la platea con questa domanda: il MarTech è il futuro dell’AdTech?<

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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