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Creatività e dati, le informazioni sugli utenti diventano idee

Autore: Redazione


Un intervento durante l’Advertising Week di Londra ha messo di fronte speaker che rappresentano i due mondi. L’intenzione è quella di avvicinare i due orizzonti, ma nel breve termine sembra che la creatività sia messa alle strette. Le agenzie devono acquisire skills per coniugare concept graffianti con le opportunità tecnologiche

In un mondo in cui programmatc e dati possono consegnare il giusto messaggio al giusto utente al giusto momento la creatività sembra essere messa all’angolo. D’altra parte, però, per emergere in questo oceano piatto è necessaria la potenza dell’idea. Il panel “It’s Time to Collide: The Intersection Between Data, Creativity, Media & Content” in programma durante l’Advertising Week ha voluto creare un faccia a faccia tra le due realtà: scienziati e artisti. Ben Wood,  Global President di iProspect, Andrew Hirsch, Ceo di John Brown Media, Rick Hirst, Ceo di McGarryBowen, Will Gompertz, Arts Editor della BBC, KJ Weir, creative agency partner di Facebook e Nigel Gilbert, VicePresident di Strategic Development AppNexus, hanno cercato un punto d’incontro di questi due universi, sempre che si possa dire che siano effettivamente separati. «La creatività è essenziale all’advertising, non esistono due gruppi. Come Piero della Francesca era un matematico, ma anche un eccellente pittore, creatività e scienza del dato devono fare parte dello stesso corpo. La misurabilità delle opere creative, attraverso metriche indiscutibili, avvicina questa disciplina al dato, in una fusione che deve diventare sempre più virtuosa» ha spiegato Gompertz. Ma c’è chi vede il punto medio in modo diverso, come Hirsch: «In realtà, dipende dalla volontà del cliente. Se ha bisogno di dati più che di una grande idea è nostro dovere fornirgliela. È nostro dovere capire cosa vuole e adeguarci di conseguenza. Dobbiamo assomigliare a dei commedianti». A prendere parte, chi in una direzione chi nell’altra, sono invece Hirst e Gilbert. «I dati sono solo strumenti. La tecnologia si evolve più velocemente dei business, in un modo piuttosto spaventoso. Così capita che i creativi declinino l’invito al cambiamento suggerito dagli sviluppatori. La vera sfida è capire come utilizzare questi dati, fare chiarezza sul loro scopo e sulle loro frontiere. Gli utenti vogliono essere intrattenuti, vogliono che la loro attenzione sia catturata. Non vogliono che gli si dimostri di essere studiati» ha detto il primo. «Gli sviluppatori comandano il mercato. Il programmatic, che ha aggressivamente pervaso il mercato Uk, non è altro che l’applicazione dei dati alla tecnologia. I brand vogliono essere sicuri di raggiungere certe performance, ed è stata questa la fortuna, e il motivo del predominio, della tecnologia. Nonostante questo, dsp e ssp non sono strumenti di planning, e quindi c’è ancora una finestra aperta per i creativi» ha replicato il secondo. Non è certo un messaggio di ottimismo verso lo spazio di manovra delle agenzie, però. «Dalla mia esperienza - ha continuato Gilbert - ho notato che i clienti si accontentano del giusto messaggio al momento giusto. Alcune volte compongono i messaggi con termini che spaventano gli utenti, in altre mostrano di conoscerli troppo bene, quasi al livello di inserire il loro nome nelle ads. Sono comportamenti che non definirei proprio efficaci, ma rimane il fatto che ritengono la creatività un costo eccessivo. Più che alla grande idea, i brand sono interessati a saper prevedere i comportamenti». Hirst non ci sta, e ha sottolineato: «E’ vero, c’è un gap nel processo e alcuni problemi interni alle agenzie, economici e sulla capacità di interpretare i dati. Il processo creativo deve cambiare verso un orizzonte in cui le informazioni sugli utenti siano un input per la costruzione dell’idea. Adesso, però, il discorso finanziario sembra avere un certo peso. In realtà, c’è un altro punto di vista da tenere in considerazione: la tecnologia crea opportunità, nuovi spazi di movimento; e la creatività li valorizza. La pubblicità dev’essere ricordata, è questo che fa grande un brand». Gompertz ha rafforzato il concetto con una frase lapidaria che ha il sapore di una massima: «La tecnologia ha sempre guidato le grandi rivoluzioni creative».

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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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