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Contenuti premium o autogenerati? Metriche condivise e formule per la monetizzazione: questi i temi affrontati da Mediamond, Sky Italia, Facebook e YouTube

Autore: Redazione


Scenari nazionali e internazionali a confronto negli interventi di Davide Mondo, Aldo Agostinelli, Sylvain Querné e Paola Marazzini

Scenari nazionali e internazionali a confronto nella tavola rotonda dedicata a “Le nuove frontiere del video, tra content, programmatic e data driven innovation”. Hanno partecipato Mediamond con l’amministratore delegato Davide Mondo, Sky con il chief digital officer Aldo Agostinelli, Google Italia con la director of agency and strategic clients Paola Marazzini e Facebook con l’head of marketing, Sylvain Querné. «Ho avuto la fortuna di vedere nascere e crescere YouTube - ha esordito proprio Marazzini -. Oggi la piattaforma video di Google ha oltre un miliardo di utenti unici nel mondo, 88 nazioni, 76 lingue, e ospita ormai contenuti anche istituzionali. Tutto ciò apre a infinite possibilità di contenuto per i brand». Querné, invece, ha parlato di un Facebook “Video first”: «Negli ultimi due anni abbiamo iniziato a lavorare sul video e siamo passati da uno a otto miliardi di filmati al giorno. Il trend si è dimostrato molto superiore alle nostre aspettative e oggi il video ricopre per Facebook la stessa importanza che aveva il mobile sei anni fa». Anche per Mediamond  quello del video è un enorme bacino da monetizzare. «Fatto 100 i dati di consumo di internet oggi il 40% è video e nei prossimi 5 anni il 60% della navigazione sarà fatta principalmente su questo canale. Più della metà del traffico e dati internet verrà dal video. La domanda c’è, ma l’offerta non è ancora, per varietà e qualità, quella che l’utente si aspetta. Come concessionaria ed editore valutiamo l’advertising nel contesto video con un “back to the basic”, cioè in base alla qualità del prodotto editoriale e al tempo speso sulla pubblicità».

Paola Marazzini Sylvain Quernè Davide Mondo Aldo Agostinelli Paola Marazzini Sylvain Quernè Davide Mondo Aldo Agostinelli

I contenuti premium devono essere pagati

 

Particolarmente “disruptive” il contributo di Agostinelli che, ha ricordato alla platea come la qualità dei contenuti premium costi e ha auspicato che la nuova finanziaria faccia «pagare le tasse a tutti». Un accenno provocatorio alle accuse di evasione fiscale che da anni interessano i grandi player nativi digitali. «è naturale che un broadcaster voglia entrare nel digitale se l’utenza ha deciso di fruire contenuti tramite mobile o desktop. Anche noi abbiamo portato la nostra offerta su questo mercato e stiamo cercando di monetizzarla». Ma è la qualità dei contenuti a impensierire Agostinelli, che ha esortato i brand a collaborare per assicurarsi i giusti contenuti a cui vogliono associarsi contro la minaccia del solo contenuto “autogenerato”. «Sky sta facendo a livello europeo tutti gli esperimenti per trovare la ricetta più adatta per la valorizzazione dei contenuti. Da un lato li ampliamo per farli conoscere a chi non è abbonato; dall’altro, però, non abbiamo ancora trovato la formula per monetizzare contenuti di qualità come Xfactor».

Qualità creativa

 

Pronta la risposta di Marazzini: «YouTube crea valore per molte industry, come per esempio quella della musica - ha detto-. In un mondo in cui siamo sovraesposti dai contenuti, il modo migliore per fare breccia nella mente del consumatore è catturare il suo interesse. YouTube è in grado di cogliere i segnali di interesse e fornire contenuti di valore ai prospect. Riesce a fare sia show sia business. Evidentemente, il miliardo e più di utenti che accede alla nostra piattaforma trova contenuto di qualità». D’accordo con questo punto di vista Querné che ha sottolineato come le abitudini di fruizione siano cambiate: «Vince la qualità creativa che non deve essere per forza costosa». Ma ha poi ribadito che le metriche dell’advertising devono comunque essere metriche di business. «Stiamo lavorando al video live, lanciato ormai un anno fa, e lo stiamo mixando all’intelligenza artificiale che ci consente di proporre contenuti in linea con gli interessi dimostrati dagli utenti», ha concluso Querné.

Metriche condivise

 

«Un produttore di video deve proporre contenuti in linea con i suoi consumatori e mantenere così un controllo sulla loro distribuzione», ha aggiunto Mondo. «Mediamond fa tesoro delle informazioni e dei dati sia di proprietà sia di terze parti su chi consuma video e li traduce in un aiuto nell’efficacia dell’offerta al mercato. Partiamo dal mainstream ma arriviamo a selezionare mondi specifici. Il digital sta attraversando un momento delicato con l’impazzare di tanti kpi. Ma alcuni parametri non hanno una metrica precisa ed è importante lavorare per metriche condivise e risultati misurabili dal mercato».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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