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CharityStars, l’asta benefica made in Italy è pronta allo sbarco nel mercato Usa

Autore: D Sechi


La società fondata da Francesco Nazari Fusetti apre la sua terza sede a Los Angeles e festeggia i 5 milioni di ricavi. La struttura punta ora ai 10 milioni netti nel 2017 e prepara una serie di novità

Come un fremito ininterrotto, almeno fin quando la propria collezione non sarà completata. E solitamente non potrà mai essere ultimata, piuttosto perfezionata o, meglio, arricchita. Il collezionista non ha freni, vincoli, ci prova in tutti i modi, vuole esserci, come un giocatore seduto dinanzi al perenne tavolo dell’azzardo. E le passioni ormai non riuniscono solo oggetti ma anche eventi, persone, intrattenimento e condivisione. Tutto può essere conquistato con un click, aprendo in maniera doverosa il proprio portafoglio. E poi accade che ci si trovi all’interno di un gioco le cui conseguenze hanno degli ulteriori risvolti positivi, oltre alla sublimazione delle proprie fissazioni: il ricavato delle puntate, delle scommesse, delle aste va in beneficienza.

CharityStars Goes To Hollywood

Si chiama CharityStars, è una piattaforma made in Italy, che alla sede milanese ne aggiunge una a Londra e un’altra appena inaugurata a Los Angeles, e si occupa di aste di beneficenza online. Un progetto che nel breve volgere di un paio di anni ha raccolto 5 milioni di euro netti a favore delle oltre 350 associazioni non profit. Risultati attesi ma magari anche un po’ insperati, non fosse altro per la velocità con cui sono stati raggiunti. Ed ecco la decisione di rilanciare, raddoppiare, triplicare, ottenendo le chiavi di Los Angeles. Mica un semplice sfizio, bensì la chiara consapevolezza che in quanto a ricerche maniacali gli americani non sono secondi a nessuno, a meno che non si voglia considerare della partita alcune frange estremo orientali (giustamente fuori classifica). In sintesi: un sito di raccolta fondi per il no profit, basato sul meccanismo dell’asta. L’idea nasce quando i fondatori apprendono dai giornali che qualcuno aveva deciso di pagare 1 milione di dollari (da devolvere in beneficenza) per pranzare con il guru della finanza mondiale Warren Buffet.

La fiducia degli investitori

CharityStars ha ottenuto il finanziamento più alto dalla data di fondazione: 2 milioni di euro, iniettati da una cordata che include il fondo venture 360 Capital Partners (sostenitore storico), il portale di investimento FocusFuturo, cui è legato anche il calciatore Stephan El Sharaawy, il fondatore di lastminute.com nonché squalo di SharkTank, Fabio Cannavale (tramite la holding Shark Bites) e l’acceleratore a conduzione familiare Rancilio Cube. Fondata nel 2013 dall’allora 26enne Francesco Nazari Fusetti (già fondatore di ScuolaZoo) insieme ai soci Manuela Ravalli e Domenico Gravagno.

Charity SITO

Di tutto, di più

In vendita si trova di tutto: dal bozzetto di Picasso alla papalina indossata da Francesco, dal casco di Valentino Rossi alla colazione con Luca Cordero di Montezemolo. Il ricavato di ciascuna asta, dedotti i costi di Iva e terze parti (4-6%), viene devoluto per l’80% in beneficenza, mentre il restante viene trattenuto dalla società a titolo di commissione. Un meccanismo che sta riscuotendo un successo crescente, al punto che nel 2013, a soli cinque mesi dalla fondazione, CharityStars si aggiudica il primo premio della 360by360 Competition, organizzata dal fondo 360 Capital Partners e ricevendo, neanche a dirlo, 360 mila dollari. A quel tempo aveva già raccolto 58 mila euro, convinto 50 testimonial e stretto collaborazioni con 29 onlus, tra cui WWF, Save the Children, Telethon ed Emergency.

Con il passare dei mesi la compagine societaria ha aperto le porte anche agli investitori privati. Arrivano senza tanto preavviso due esponenti della famiglia Moratti e un finanziatore: Unicredit, che mette a disposizione 290 mila euro, che portano a 1 milione il capitale complessivamente raccolto. CharityStars si espande così nel Regno Unito, dall’apertura degli uffici di Londra fino alle partnership con i principali club della Premier League: Liverpool FC, Southampton, Manchester City. Nello stesso anno lancia la tecnologia del “livebidding”, punto d’incontro tra l’asta fisica e quella online che permette di partecipare alle varie serate di gala rilanciando direttamente da smartphone e tablet.

Il boom del 2016 e i nuovi obiettivi

Il 2016 inizia col botto: nei primi quattro mesi la raccolta cresce del 120% rispetto all’anno precedente, le cui transazioni ammontavano a 1,8 milioni di euro, e CharityStars si conferma partner di riferimento per oltre 350 organizzazioni no profit, ciascuna delle quali lancia sul sito una media di dieci aste all’anno. L’obiettivo di Nazari Fusetti è raggiungere le 2.000 partnership entro il 2018, raddoppiando al contempo lo scontrino medio (oggi intorno ai 500 euro). E i 2 milioni di cui sopra? Sono stati utilizzati soprattutto per l’espansione internazionale, prima di tutto in Usa e Cina, dove la base di utenti (e compratori) è già più che consolidata e per la quale è appena stata creata una versione ad hoc del sito. Tra gli altri progetti intrapresi figurano il restyling del portale web, il lancio delle lotterie e l’ampliamento del business model: da quest’anno, non solo le associazioni, ma anche i privati (artisti e collezionisti) potranno mettere all’asta i propri pezzi, decidendo quale percentuale devolvere in beneficenza.

Francesco Nazari Fusetti, quota 10 milioni entro l’anno e anche un pullman da 220.000 euro

«Il nostro è un progetto dalle solide basi social, costruito da persone che sanno rapportarsi con il pubblico, grazie anche all’esperienza maturata sul campo. Sono stato tra i fondatori di ScuolaZoo e di conseguenza CharityStars nasce su presupposti solidi e con obiettivi studiati, e non certo improvvisati; ora abbiamo raggiunto una raccolta di 5 milioni di euro netti, l’obiettivo per il 2017 e arrivare a 10 milioni»: non si perde certo in chiacchiere Nazari Fusetti.

Ma quali categorie di prodotto suscitano maggiori entusiasmi? «Lo sport in primis, calcio e motori soprattutto, ma anche gli incontri con celebrities, che possono trasformarsi in occasioni fonte d’ispirazione: per fare un esempio recente, Renzo Rosso ha organizzato una cena, a cui hanno partecipato 20 “invitati”, ciascuno dei quali ha pagato 1.000 euro. La condivisone di un pasto con Flavio Briatore è stata valutata 5.000 euro. E poi ci sono gli oggetti d’arte, segmento in cui abbiamo raggiunto un picco di 15.000 euro, senza dimenticare le esperienze cosiddette luxury, prime teatrali, cinematografiche, sfilate di moda, feste, tutto può essere guadagnato attraverso un’asta». La vendita record? «Il pullman Iveco che ha trasportato gli All Blacks nel tour italiano, venduto a 220.000 euro». Ma chi sono gli utenti tipici? «Collezionisti compulsivi, ma anche fautori di regali speciali, con un’età media di 40 anni. Il 40% sono stranieri e provengono soprattutto da Uk, Usa, Cina Indonesia Emirati Arabi». CharityStars trattiene per se il 20% delle vendite, percentuale reinvestita in larga parte in iniziative di marketing. Ha stretto contatto con associazioni quali Telethon, Cometa, Tog. Può capitare che le aziende si appoggino a essa per implementare azioni di corporate social responsability. E ci sono parecchim marchi che si sono distinti proprio in questo senso, quali Iveco, Yamaha e Fondazione Milan.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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