ABBONATI

Netflix sfida Fortnite e svela una nuova metrica: il time screen

Autore: Redazione


La piattaforma ha indicato Fortnite come suo competitor e ha rivelato dati sul tempo speso dagli utenti sui suoi contenuti. Una metrica interessante per gli advertiser. Ma secondo una ricerca se dovesse aprire alla pubblicità, la società perderebbe il 57% degli abbonati

di Giacomo Broggi e Francesco Lattanzio
Netflix ha rilasciato giovedì scorso i risultati trimestrali al 31 dicembre: i ricavi sono stati pari a 4,19 miliardi di dollari, leggermente al di sotto delle attese. Sopra le previsioni, invece, l’utile per azione, a quota 30 centesimi di dollaro nel periodo ottobre-dicembre, e le nuove sottoscrizioni, grazie a 1,53 milioni di abbonati nel mercato statunitense e 7,31 milioni a livello internazionale, per un totale di 8,7 milioni di abbonati. Oggi sono circa 140 milioni gli iscritti al servizio, che ha annunciato un aumento dei prezzi dei pacchetti dedicati agli Stati Uniti nei prossimi mesi. Nel 2018, il fatturato ha superato i 16 miliardi di dollari.
Svelato un nuovo parametro: lo screen time
A causa dei costi per produrre show originali e promuoverli in ambito marketing, l'azienda ha detto di attendersi un calo della redditività nel primo trimestre, provocando una contrazione di qualche punto percentuale del titolo a Wall Street. Si tratta di una tendenza che va avanti da diversi mesi. Particolarmente interessante un’indicazione contenuta nella lettera agli investitori: in questo documento l’azienda si dice meno preoccupata dei concorrenti attivi nel campo dello streaming rispetto a Fortnite, videogame che ha registrato un successo mondiale. Significa che Netflix non compete solo sul campo dell’intrattenimento televisivo e cinematografico, ma è impegnata ad assicurarsi l’attenzione degli user. Attenzione che, per la prima volta, quantifica. Negli Stati Uniti, specifica il documento, “serviamo in media 100 milioni di ore al giorno sugli schermi televisivi, e la nostra stima è che sulle tv siano riprodotti contenuti per 1 miliardo di ore”. Sul mobile, invece, la percentuale è più bassa. Diverso il discorso nelle altre country, dove “possediamo una percentuale di screen time più bassa a causa di una minore penetrazione del servizio. Controlliamo però un consumer screen time, su mobile e tv, molto lontano da quello dei nostri competitor”, è scritto nella trimestrale. Sembra dunque che la piattaforma di video on demand stia spostando l’attenzione sull’attenzione, una metrica molto cara all’advertising. O meglio, agli advertiser. Ma cosa succederebbe se introducessero la pubblicità? Come reagirebbe il pubblico?
Netflix con la pubblicità?
Netflix, è risaputo, non ospita la pubblicità, nonostante qualche timido tentativo di inserire alcune promozioni tra i video raccomandati. Cosa succederebbe se Netflix decidesse di abbracciare l’advertising? La risposta è arrivata da uno studio a cura di Audience Project e non avrà fatto saltare di gioia i marketer della piattaforma. Il 57% degli abbonati infatti abbandonerebbe il servizio semmai dovessero notare l’introduzione di forme di advertising. L’indagine, svolta nell’ultimo trimestre dello scorso anno ha abbracciato 16.000 rispondenti sparsi tra UK, US, Germania e i Nordics (Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, Islanda), sottolinea come la disiscrizione sarebbe la scelta del 42% del gruppo anche nel caso in cui la pubblicità faccia calare il prezzo del servizio. Ogni alterazione del servizio potrebbe compromettere la leadership di Netflix che, nonostante una crescita del 30% negli ultimi 18 mesi e un’adozione del 70% in UK, è insidiata da BBC iPlayer (utilizzato dal 61% dei britannici, -8% nel periodo), da Amazon Prime Video (44% di utilizzo, +33% nell’ultimo anno e mezzo) e NowTV (a cui si collega il 25% della popolazione UK).
E in Italia?
In Italia Netflix rappresenta uno dei pilastri dello streaming. È la decima destinazione per tempo speso, con 26 milioni di ore mensili, a pari merito con Mediaset (dati Comscore riferiti a ottobre 2018), e il tempo medio per visitatore sulla categoria entertainment è in netta crescita. Specialmente tra i giovani. Nel settembre 2017, infatti, i 18-24enni passavano il 22% del proprio tempo su questo segmento, mentre nello stesso mese dell’anno successivo è diventato il 33%. Indicazioni, queste, che potrebbero far supporre a un’ulteriore crescita, e che si rafforzano dando uno sguardo alla ricerca di eMarketer riferita a luglio 2018: l’Italia è l’ottavo Paese d’Europa per quanto riguarda la percentuale di utenti di servizi video OTT che utilizzano Netflix. Se in Norvegia, prima in classifica, gli user di servizi video on demand che utilizzano Netflix sono l’87%, e in UK, al quinto posto, son oil 74%, in Italia il valore si ferma al 63,7%.

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy