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Open Influence: il ruolo dell’influencer nel Funnel di conversione

Autore: Redazione


Tutti conoscono i principi del Funnel di conversione che porta l’utente attraverso gli step della conoscenza, l’interesse e infine l’acquisto. Molti pensano che l’apporto dell’influencer marketing sia focalizzato sul primo step, quello dell’awareness... ma non è solo così

Karim De Martino - karim@openinfluence.com
Awareness

Il primo e più ampio livello del Funnel di conversione consiste nel portare l’utente a conoscenza di un prodotto o servizio. Nella maggior parte delle campagne di influencer marketing, infatti, si parla di reach, numero di follower o visualizzazioni, tutti KPI che misurano la portata di utenti che un determinato messaggio può raggiungere.

È evidente come gli influencer siano naturalmente portati a raccontare con il proprio linguaggio l’esperienza diretta con un prodotto, raggiungendo in maniera efficace e diretta il pubblico di riferimento, ma non bisogna pensare che l’influencer marketing si limiti a questo scopo!

Engagement

Sempre più negli ultimi mesi l’attenzione dei brand si è spostata sull’engagement, sia esso rappresentato da azioni sul social network (like, commenti e condivisioni), sia esternamente (partecipazione a concorsi, registrazione su una landing page, visita a un sito web).

Anche in questo caso, il rapporto di fiducia che si crea tra un influencer e il proprio pubblico, facilita la generazione di interazioni.

Molte ricerche hanno dimostrato come gli utenti siano oggi maggiormente influenzati nelle loro scelte d’acquisto dalle recensioni e dal passaparola online, quale migliore canale dell’influencer marketing per creare questo tipo di cassa di risonanza?

Conversion

Il Funnel di conversione si chiude con l’acquisto: l’azione con cui un prospect si trasforma in cliente. Sebbene l’influencer marketing non abbia pienamente raggiunto la maturità in termini di strumenti per il tracciamento delle conversioni, molti social network, in particolare Instagram, hanno iniziato a offrire soluzioni per generare vendite dirette.

Un esempio sono i post shoppabili di Instagram o gli “swipe up” sulle Stories. Queste funzioni, unite all’utilizzo di link di tracciamento, possono rendere misurabili le vendite portate da uno specifico influencer, così come lo sono dei codici sconto personalizzati che gli influencer possono comunicare nelle loro video recensioni.

L'importanza della tecnologia

A questo punto non dimentichiamoci che l’influencer marketing per essere efficace, deve essere supportato dalla tecnologia. Se le Digital PR ci possono aiutare nella parte alta del Funnel, è anche vero che poter studiare in anticipo la composizione delle audience degli influencer con cui vogliamo collaborare, ci da la garanzia di costruire una awareness specifica sul nostro target di consumatori.

Lavorare quindi con tecnologie come quelle di Open Influence permette ai brand di ottimizzare i budget, andando a investire solo sugli influencer adatti a veicolare il proprio messaggio. La stessa tecnologia entra in gioco nello step successivo, quello dell’engagement: grazie all’analisi semantica e al riconoscimento delle immagini, la nostra AI individua gli influencer che hanno maggiore possibilità di generare interazioni, non più in maniera generica, ma su un preciso argomento, prodotto o servizio.

Infine, in fase di conversione, la tecnologia misura i risultati, dandoci una indicazione di quale influencer abbia meglio performato in termini di generazione di vendite. Questo ci permette di proseguire la campagna andando a selezionare influencer con caratteristiche simili, un po’ come si farebbe con un A/B test in una campagna di performance marketing. Insomma, più scendiamo nel Funnel, più la tecnologia è la chiave per portare conversioni.

Il pericolo fake follower: tolleranza zero

L’abitudine, sempre più diffusa in Italia, di comprare fake follower e la mancanza di una cultura aziendale capace di distinguere tra una audience reale e una costruita da BOT, si scontra con i principi base del Funnel di conversione. Parlando di awareness, non ha nessun valore lavorare con un influencer con centinaia di migliaia di follower, quando questi sono in realtà degli account fasulli su un server nelle Filippine. Venendo all’engagement, non hanno nessun valore like e commenti generati in automatico da BOT che rispondono all’utilizzo di parole chiave o scambiati all’interno di gruppi Facebook. Infine, non esistono conversioni, perché come è risaputo i BOT non comprano prodotti. Open Influence ha da sempre tolleranza zero verso gli influencer che hanno acquistato follower, nel rispetto dell’etica e della trasparenza.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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