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Facebook: «Video e instant messaging al centro dei progetti futuri»

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Lo dichiara a DailyNet il country director Luca Colombo, che fa un bilancio dell’anno che sta volgendo al termine. E il focus è anche sulla camera e il rapporto con gli editori

«Per Facebook l’Italia rappresenta un mercato molto importante. I nostri connazionali hanno una vera e propria passione nei confronti del social network, che proprio nello Stivale conta un numero di amici per singolo utente più alto rispetto ad altri Paesi». Lo dichiara Luca Colombo, country director dell’azienda in un’intervista in esclusiva a DailyNet, in cui stila un bilancio del 2017 e anticipa alcune delle tendenze che caratterizzeranno l’anno prossimo. Partiamo dai numeri: gli accessi mensili su Facebook sono 30 milioni, di cui 29 milioni avvengono tramite mobile. Su base giornaliera la navigazione riguarda 25 milioni di italiani (24 milioni da mobile). «E il tempo speso è in aumento, con un bilanciamento che si sta spostando a favore del mobile», puntualizza il manager. Instagram conta 14 milioni di utenti mensili, sono 800 milioni a livello mondiale, di cui 500 milioni riguardano la sfera quotidiana. Un vero e proprio ecosistema che è composto anche da Messenger e WhatsApp, due applicazioni di instant messaging utilizzate ogni mese da 1,3 miliardi di persone nel mondo.

Gli editori e i contenuti di qualità sono importanti per Facebook e sono alla base del successo della piattaforma. Qual è il suo giudizio in merito, in un contesto in cui il dibattito intorno alle fake news si sta accendendo, in vista anche delle prossime elezioni?

La lotta contro la disinformazione è una priorità per Facebook e conseguentemente lo sono anche le fake news. Le persone vogliono trovare su Facebook informazioni corrette ed è quello che vogliamo anche noi. Per questo siamo fortemente impegnati a comprendere le necessità degli utenti e a servirli nel miglior modo possibile. Prova ne è il tavolo di lavoro contro la disinformazione istituito dall’AgCom, di cui facciamo parte con associazioni, aziende ed esponenti del mondo publishing. A gennaio 2017 abbiamo anche lanciato il Facebook Journalism Project, un programma volto a stabilire una collaborazione più solida tra Facebook e il settore dell’informazione, per sviluppare nuovi prodotti e per capire come fornire alle persone le conoscenze necessarie per diventare lettori consapevoli nell’era digitale. Tra le azioni che stiamo mettendo in campo un elemento fondamentale è l’interruzione degli incentivi economici, dato che la maggior parte delle false news ha una motivazione finanziaria. Anche dare alle persone gli strumenti necessari per permettere loro di prendere decisioni informate sulle notizie che leggono, è un fattore cruciale: in questo senso abbiamo deciso di evidenziare i loghi degli editori a fianco delle notizie, per mostrare in modo chiaro la provenienza dei contenuti che si leggono, oltre a partecipare attivamente in Italia alla campagna “Basta Bufale”, promossa dalla presidente della Camera Laura Boldrini e dalla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, insieme a noi, Google e Fieg. In sintesi penso che nel giro di un anno siano state fatte moltissime cose, pur sapendo che questo è solo una parte del percorso. Sentiamo la responsabilità affinché la nostra piattaforma sia un luogo sicuro per utenti, editori e inserzionisti e la scelta di assumere migliaia di nuove figure per il controllo dei contenuti, a discapito dei profitti, è la testimonianza della volontà di Facebook di mettere sempre il consumatore al centro.

Rimaniamo sul tema degli editori, qual è il loro grado di maturità nell’utilizzo di Facebook?

Notiamo che ci sono publisher più attivi di altri, ma è un fatto normale. Sono però convinto che esistono dei fattori, che, se ben sfruttati, consentano di esprimere appieno il potenziale di Facebook dal punto di vista degli editori. Si tratta della conoscenza della tecnologia, della propensione al cambiamento e dell’apertura, ossia la consapevolezza che per risolvere i problemi dell’industry occorra collaborare. L’ultimo, in particolare, in un ambiente complesso come è oggi il mondo dei media, è stato alla base del successo di alcuni brand editoriali, tra cui posso citare Fanpage.it e Frida. Ma ci sono anche molti altri publisher che hanno ben saputo coniugare l’eredità del business tradizionale con la tecnologia di Facebook. Per concludere, credo che gli editori italiani siano per molti versi simili a quelli del resto del mondo.

In tanti hanno detto che Facebook è un vero e proprio media.

Noi non produciamo contenuti, ma ci sta a cuore la loro qualità. Siamo concentrati sul favorire la distribuzione delle notizie e pensiamo di poter giocare un ruolo importante. Come già detto siamo aperti a discutere e collaborare seriamente con chiunque lo desideri.

Luca Colombo

Il video è sempre più presente nel news feed, qual è la vostra strategia in materia?

Siamo una company camera-first. Dalla camera dei nostri dispositivi si può fare tutto e il video è una delle tante declinazioni. Per esempio si può interagire con la realtà aumentata, o ancora realizzare delle Stories, le possibilità sono quasi infinite. Per quanto riguarda il video credo che ormai la gran parte di aziende, editori e utenti che utilizzano Facebook ne abbia compreso le potenzialità.

Negli Stati Uniti avete lanciato Watch, arriverà in Italia?

Per ora si tratta di una fase di test. Quando sperimentiamo qualche novità aspettiamo sempre di capire a fondo la risposta dell’audience, prima di esportarla su larga scala. Watch è una strada che stiamo percorrendo per vedere se contenuti più lunghi e professionali possano trovare spazio sulla piattaforma, ma non è detto che verrà estesa definitivamente in tutto il mondo. Faccio un esempio: quando abbiamo lanciato i video ads abbiamo condotto esperimenti per circa due anni. Ci vuole tempo per capire e si può anche sbagliare, con una convinzione: al centro del nostro operato siede sempre l’utente.

Abbiamo parlato degli editori. Come evolve, invece, il rapporto con le aziende?

Se guardo agli ultimi sette anni credo che il lavoro di educazione e di spiegazione delle possibilità della piattaforma sia stato davvero intenso. Oggi Facebook dà l’opportunità di contattare 25 milioni di consumatori al giorno e la proposta commerciale è ormai diversificata, con tantissimi strumenti al servizio degli inserzionisti. La sfida è creare e garantire un prodotto che supporti le aziende che pianificano a ottimizzare il proprio budget, in modo funzionale rispetto al ROI e agli obiettivi prefissati. Un’altra sfida è rappresentata dalla capacità di realizzazione di progetti tarati non solo sugli obiettivi, ma anche sul giusto canale, un tema connesso alla creatività. Per questo, come Facebook, non dobbiamo stancarci mai di raccontare e raccontarci e fornire un aiuto continuo ai nostri interlocutori, siano essi agenzie o clienti diretti, con cui ci interfacciamo.

Quali sono le categorie merceologiche più attive su Facebook?

Più che di categorie, mi piace ricordare che oltre a tutte le grandi aziende, le PMI sono una categoria di aziende sempre più importante. Oggi abbiamo 6 milioni di inserzionisti nel mondo, altri 2 milioni su Instagram, mentre le pagine di aziende sono rispettivamente 70 e 25 milioni. E ci sono sempre più agenzie specializzate nella strategia social per le PMI, un nuovo mercato. Ciò non significa che alcune tipologie di spender siano avvantaggiate, anzi su Facebook tutti hanno a disposizione gli stessi strumenti.

Un capitolo a parte lo merita proprio Instagram.

La parabola di Instagram è esemplificativa della strategia di Facebook: quando l’abbiamo acquisita, la piattaforma totalizzava 30 milioni di utenti e grazie a innovazioni continue siamo riusciti a costruire un’audience davvero rilevante, pari a 800 milioni di user mensili. Siamo stati capaci di intercettare il trend delle immagini e della voglia di esprimersi delle persone, per poi evolvere nella direzione del video, e delle Stories, create giornalmente da 300 milioni di instagrammers. E a proposito di Stories, evidenziamo un elevato uso da parte degli italiani, quasi il doppio rispetto agli altri mercati mondiali, a conferma di quella passione verso i social di cui accennavo inizialmente.

Torniamo sulla misurazione, ci sono novità?

Dopo gli errori annunciati l’anno scorso ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo fatto un importante lavoro. Al di là di specifiche attività, come il recente accordo con Meetrics per la rilevazione della viewability, per noi garantire una precisa misurazione dei risultati e degli obiettivi rimane fondamentale. In questo senso uno dei nostri focus, oggi, è volto alla creazione di un ponte tra le attività online e le vendite sul negozio fisico, per dare numeri concreti agli inserzionisti.

Quali saranno i trend futuri?

Il segmento dell’instant messaging è sicuramente uno dei più interessanti. Possediamo Messenger e WhatsApp che sono complementari dal punto di vista geografico: il primo è leader negli Stati Uniti, mentre il secondo è più utilizzato in altri mercati, compresi quelli europei. E se da un lato Messenger è un laboratorio di business, come confermano i primi esperimenti ecommerce, customer service, o i bot, dall’altro per WhatsApp la nostra missione è quella di offrire un servizio a più utenti. Secondo il Censis, in Italia a ogni smartphone corrisponde un utente WhatsApp, un asset che per noi è strategico e che, al pari di Instagram, è stato oggetto di un lavoro volto ad aumentare la qualità dell’esperienza e dei volumi dell’audience, arrivata a quota 1 miliardo di persone al giorno. Infine siamo impegnati a sviluppare l’area search e Workplace, insieme ai Gruppi, che sono utilizzati anch’essi da 1 miliardo di persone.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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