L’anno scorso, a livello globale, sono state trascorse 900 miliardi di ore sulle app. Ai publisher 35 miliardi
È stato un 2016 d’oro quello vissuto dal mercato delle applicazioni mobile. A livello globale, infatti, l’anno scorso i consumatori hanno trascorso circa 900 miliardi di ore sulle applicazioni, 150 in più rispetto al 2015. A raccontare queste cifre impressionanti è il rapporto annuale di App Annie. La crescita è comune a tutti i Paesi ed è stata nell’ordine del 20% su base annuale. App Annie fotografa una mobile app economy in discreta salute: il tasso di utilizzo, che rileva per quanto tempo e quanto spesso i consumatori navigano una applicazione, è un indicatore critico e i dati rilevati certificano il successo. Questo parametro talvolta è trascurato e si tende a pensare al comparto delle app guardando ai download, un’altra metrica chiave che va integrata e analizzata in relazione alla precedente.
Le app generano denaro per 127 miliardi di dollari
Nel 2016 i publisher hanno incassato 35 miliardi di dollari tra l’App Store e Google Play, per un incremento di circa il 40% sull’anno prima. Il giro d’affari delle app è stato di 127 miliardi di dollari, di cui 89 miliardi sono finiti nelle mani degli sviluppator - il 30% viene trattenuto da App Store e Google Play. La curva dell’App Store è stata positiva con valori in salita del 50%: su installazioni e vendite la parte del leone è stata fatta dalla Cina, un mercato sempre più fondamentale per la Mela. Sempre la Cina è stata responsabile dell’80% della crescita nelle installazioni di app su sistemi operativi equipaggiati con iOS.
Oltre 90 miliardi di download
Complessivamente i download sono stati oltre 90 miliardi, 13 in più considerando l’App Store e Google Play. È stato quest’ultimo a fare da traino, specialmente nei mercati emergenti. Per gli smartphone Android, le tre categorie campioni per crescita sono state comunicazione, social e player video ed editori mentre il Paese leader per download sul sistema operativo è stato l’India, davanti per la prima volta agli Stati Uniti. Senza nessuna sorpresa, Facebook, WhatsApp, Messenger, Instagram e Snapchat sono state le app a maggiore crescita. Spotify, Line, Netflix, Tinder e HBO Now sono quelle che hanno assorbito la fetta più consistente di denaro.
Tra le categorie il gaming è la più remunerativa
Al top per ricavi c’è sempre il gaming, che nel 2016 ha generato il 75% delle entrate di iOS e il 90% di quelle di Google. È interessante notare questa differenza: Big G sembra essere game-dipendente quando si parla della monetizzazione delle app. Su iOS solo la categoria ‘Giochi di ruolo’ ha prodotto la metà degli introiti nell’universo di riferimento. I giochi di maggior successo sono stati Pokemon Go, vicino per poco al miliardo di ricavi, e SuperMario Run, il cui modello di business è però ancora da rodare.
Il commento di Nicolò Palestino, Widespace: «In Italia in campo media vince il mobile web»
DailyNet ha interpellato Nicolò Palestino, Head of Sales Italy di Widespace, concessionaria di origini svedesi specializzata nel mobile advertising per approfondire i risultati dello studio. Palestino parla delle peculiarità italiane e pone l’accento sugli investimenti effettuati della società nel campo del programmatic advertising.
Cosa pensa dei risultati della ricerca diffusa da App Annie?
Sfogliando ed esaminando lo studio emerge uno scenario positivo. Quello che però App Annie restituisce è un punto di vista particolare, vale a dire il comportamento degli utenti sulle app e i relativi ed elevati tassi di utilizzo, responsabili della crescita del settore. I download aumentato soprattutto nei grandi mercati in espansione: non è una sorpresa che la Cina registri gli incrementi più importanti. Il tempo speso, però, rimane concentrato sulle solite app di messaggistica, social e video streaming tra cui Facebook, Netflix e WhatsApp.
Come si riflettono questi trend sull’ecosistema pubblicitario?
L’utente si serve di un’app per svolgere una funzione specifica, mentre la pubblicità è legata al media. In Italia la situazione è diversa rispetto al resto del mondo: al top ci sono sempre le 5-6 solite applicazioni, ma nel nostro Paese il media è fruito per la gran parte tramite mobile web. Questo perché la gestione della presenza su mobile è più semplice e meno costosa. Per esempio, quando un publisher lancia un’app deve promuoverla e trovare un pubblico che la scarichi e la consulti con regolarità. Se guardiamo i dati di traffico riguardanti la navigazione mobile sulle properties dei diversi editori, è il mobile web a fare da padrone.
" width="900" height="643" /> Nicolò PalestinoE su un tema molto attuale come quello della misurazione cosa ci dice?
Anche in questo caso le metodologie di tracciamento sono meno complesse per il mobile web rispetto all’in-app. Gli advertiser hanno il diritto di affidarsi a enti di certificazione terzi, ma tecnicamente per garantire una completa misurazione delle attività di adv sulle app, che includa ad esempio viewability e anti-fraud, è necessaria l’integrazione di una nuova SDK. Su mobile web sono sufficienti dei tag. E questo semplifica il processo.
Prima ha accennato alla concentrazione del settore. Secondo lei come si configurerà la distribuzione degli investimenti pubblicitari quest’anno?
È lecito attendersi che la gran parte dei soldi andrà ancora agli Over The Top, non si notano, infatti, particolari inversioni di tendenza. I leader saranno sempre Facebook e Google, i quali continuano ad avere il monopolio della raccolta mobile grazie alle risorse a disposizione, a prodotti funzionali e a un pubblico molto ampio. L’unico modo per cercare di competere con questi colossi è l’integrazione di tutto il resto dell’universo digital, sulla scia di esperienze estere come quella in Francia di La Place Media.
Cosa ci possiamo aspettare nei prossimi mesi da Widespace?
Noi siamo specializzati nel branded e nei formati rich media, soluzioni il cui inserimento in un contesto programmatic è stato un procedimento complesso fino a oggi. Ma ora abbiamo sviluppato uno strumento per veicolare in programmatic questa tipologia di formati e siamo al lavoro anche con tutti gli operatori del segmento. Siamo attenti ai feedback ricevuti dai nostri interlocutori per bilanciare l’esperienza utente con le necessità degli inserzionisti e proseguire la nostra strategia di sviluppo del prodotto.