Nonostante il giro d’affari dalla pubblicità sia ancora limitato, 1,2 miliardi di dollari l’anno scorso, la società americana ha introdotto diverse novità e prepara il lancio dei video pre-roll
Amazon ha segnato il settimo utile consecutivo, pari a 749 milioni di dollari (1,54 per azione), nel trimestre chiuso il 31 dicembre, ma ricavi sotto le attese a 43,7 miliardi e una guidance ritenuta prudente hanno spinto verso il basso il titolo del 4,5% nelle contrattazioni after hour. Dunque Wall Street penalizza Amazon, nonostante il fatturato sia salito del 22% in un anno e Amazon Web Services continui a segnare ottime performance: 3,54 miliardi il giro d’affari nel quarto trimestre a +47%, ma leggermente sotto le previsioni.
Crescono i costi di Amazon
Intanto continuano a crescere i costi del colosso, impegnato a diversificare il business, per liberarlo dalla dipendenza dei bassi margini dell’ecommerce. In Italia è arrivato da poco Amazon Prime Video, per competere con Netflix e i broadcaster tv sui canali online. L’amministratore delegato Jeff Bezos ha sottolineato la crescita delle iscrizioni di Prime, la soluzione che consente di usufruire di servizi aggiuntivi e di vantaggi nei tempi di spedizione: sono, infatti, 50 milioni gli oggetti disponibili a meno di due giorni dall’acquisto, il 73% in più del 2015. Quello che hanno sottolineato molti commentatori è il ruolo della raccolta nel giro d’affari di Amazon, ancora marginale ma con grandi potenzialità.
Amazon al lavoro sui video preroll
Il cfo Brian Olsavsky non ha rivelato molte informazioni, limitandosi a evidenziare la bontà di una strategia di lungo termine. “Il nostro obiettivo è essere utili ai clienti e migliorare la loro esperienza di shopping e di fruizione, per lo più con le raccomandazioni targettizzate. Pensiamo che sia una buona strategia, al posto di elementi invasivi che portano via dalla esperienza di shopping”, ha detto Olsavsky. Olsavsky ha aggiunto che gli sponsored product sono un “modo efficace” per raggiungere consumatori interessati. La compagnia sta anche lavorando per introdurre il formato video pre-roll.
Nel 2016 raccolta a 1,2 miliardi
Secondo un articolo di Bloomberg di settimana scorsa, pubblicato prima della trimestrale, l'azienda americana vuole monetizzare le intenzioni d’acquisto di un pubblico di consumatori attratti dai suoi prodotti nonché andare incontro alla necessità di merchant e rivenditori di posizionarsi in cima ai risultati di ricerca. Inoltre la compagnia possiede dei dati unici, ricavati dal comportamento dei consumatori sulla piattaforma, un patrimonio capace di produrre denaro. E, infine, Amazon ha costituito il proprio sistema di vendita della pubblicità, entrando in diretta competizione con DoubleClick.
Facebook e Google
Amazon sarebbe dunque l’unica reale alternativa al duopolio di Facebook e Google. Anche se ora a dire il vero i numeri sono ancora lontani: in USA Amazon ha una quota di mercato dell’1,3% (eMarketer). Tuttavia i margini della pubblicità, confrontati con quelli dell’ecommerce, sono più alti e per questo il segmento è un business attrattivo.
L’anno scorso Amazon ha raccolto 1,2 miliardi, di cui 940 milioni sono arrivati dagli Stati Uniti. E il segreto per conquistare inserzionisti e agenzie, come già detto, risiede nei dati: informazioni uniche possono spostare volumi importanti. Per esempio la ricerca di un’automobile potrebbe tradursi nell’erogazione di un annuncio a tema, e così via. Amazon sta testando anche l’header bidding cloud-based, segno della volontà di innovare e di rubare quote di mercato agli storici rivali. Di recente ha lanciato Amazon Marketing Service nel nostro Paese.