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Alla scoperta dell’Influencer Marketing con OpenInfluence (formerly InstaBrand)

Autore: Redazione


Inizia oggi un nuovo appuntamento su DailyNet dedicato all’influencer marketing e a farci da guida è OpenInfluence, società fino a poco tempo fa conosciuta come InstaBrand e leader di questo settore

Karim De Martino

Nata quattro anni fa a Los Angeles, OpenInfluence opera in tutto il mondo con una piattaforma proprietaria che permette di gestire campagne di influencer marketing nelle quattro fasi: selezione dell’influencer, negoziazione, svolgimento della campagna e reportistica. L’ufficio di Milano è attualmente il secondo per numero di clienti gestiti e persone dedicate (un team di 15 persone tra sales e account), seguito da New York e Londra.  Iniziamo dalle fondamenta: per capire cos’è e a che cosa serve l’influencer marketing abbiamo incontrato Karim De Martino, VP Business Development Europa.

Quando nasce l’influencer marketing?

Una prima teorizzazione dell’influencer marketing fu fatta negli anni ’60 dagli studiosi Paul Felix Lazarsfeld e Elihu Katz che nel trattato “The People’s Choice” scrissero che “la maggior parte delle persone  sono influenzate da dicerie e opinion leader. Questa influenza viene manifestata attraverso la volontà di comprare un bene o fruire di un servizio per aumentare il proprio prestigio sociale, tipico esempio l’acquisto di un bene status symbol”.  L’influencer marketing ha dunque radici profonde e nel passato, prima dell’avvento del digitale, era già utilizzato dai brand nel momento in cui sceglievano come propri “ambassador” personaggi noti del mondo del cinema, della musica e dello sport. Questi apparivano sulla carta stampata prima e in televisione successivamente, indossando prodotti che in breve tempo diventavano oggetti del desiderio. Nel digitale si è iniziato a parlare di Influencer dal momento in cui alcuni personaggi hanno iniziato ad aggregare grandi masse di “follower”, prima su YouTube e i loro blog, oggi sui social network come Faceboook, Instagram e Snapchat. Tralasciando le celebrity e le star della musica, che hanno semplicemente trovato un nuovo canale per “influenzare” i propri fan, la prima vera digital influencer italiana è stata Chiara Ferragni, con il suo blog “The Blond Salad” aperto nel 2009 e oggi con quasi 9 milioni di seguaci su Instagram. Ho avuto modo di lavorare con Chiara dal 2010 al 2014, imparando (e spesso dettando) le regole di questo nuovo settore, che finalmente oggi ha raggiunto la maturità.

Perché le aziende dovrebbero dedicare un budget all’influencer marketing?

Sono ormai decine gli studi che dimostrano come i social network siano in grado di influenzare le scelte di consumo e come gli Influencer giochino un ruolo fondamentale nel rapporto tra la marca e il consumatore. È innegabile la visibilità che una audience di decine di milioni di utenti possa dare  a un prodotto, ma è ancora più rilevante il fatto che poi questa si trasformi in propensione all’acquisto.

Già nel 2014 uno studio di McKinsey dimostrava come il passa-parola generasse il doppio di vendite rispetto al paid advertising e che i clienti acquisiti avessero Retention Rate maggiore del 37%. Oggi l’influencer marketing rappresenta una riga costante nei budget della maggior parte dei clienti: secondo eMarketer e Linqia negli USA, il solo mercato delle collaborazioni con opinion leader su Instagram ha mosso 570 milioni di dollari nel 2016 e il 48% delle aziende aumenterà i budget, contro solo il 4% che sta invece ipotizzando dei tagli.

Come si inserisce in questo contesto OpenInfluence?

Nel 2013 il mercato americano guardava già al fenomeno degli influencer, la curiosità delle aziende verso gli astri nascenti di Instagram era però frenata dalla mancanza di metriche per valutare quanto le audience di questi influencer fossero realmente affini ai brand e di strumenti tecnologici per misurare i risultati. InstaBrand sviluppo quindi una piattaforma pionieristica in grado di fornire queste misurazioni e nel 2015 venne sostenuta con un finanziamento di 2,5 milioni di dollari per potenziare la propria infrastruttura tecnologica. A gennaio, pochi mesi fa, Forbes ha inserito i 3 fondatori nella prestigiosa lista “30 Under 30” nella categoria Marketing & Advertising, riconoscendo l’importanza dell’innovazione introdotta nel mercato. Nei prossimi appuntamenti approfondiremo diversi aspetti dell’influencer marketing: come scegliere il giusto influencer? Quali KPI prendere in considerazione? Come misurare il ROI? Qual è lo scenario in Italia e dove gli influencer sono più attivi? Come evitare le trappole dei “fake followers” e l’engagement dopato? Cosa aspettarsi da una collaborazione con Influencer e come sfruttare a meglio il loro linguaggio? Sono tutte domande alle quali troverete risposta nelle prossime settimane.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 15/04/2024


Absolut Vodka sceglie CreationDose per la campagna di influencer marketing dedicata al lancio di Absolut Gift

Absolut Vodka, il brand leader di vodka premium, ha lanciato lo scorso mese la nuova bottiglia “Absolut Gift” e, dopo una gara, ha scelto CreationDose per la realizzazione del progetto di influencer marketing su Instagram, con l’obiettivo di promuovere Absolut Gift come il regalo perfetto per ogni occasione e stimolare l’engagement del pubblico. Il brand ha prodotto le bottiglie  in quantità limitate, disponibili per la vendita in esclusiva su Amazon dal 21 marzo. La particolarità della bottiglia risiede nell’offrire una “gift experience” unica attraverso il suo QR code che, una volta scansionato, mostra messaggi personalizzati dai  propri  amici  attraverso  la  realtà  aumentata e  rende speciale ogni evento.  La strategia influencer Il team di CreationDose è stato chiamato a ideare la strategia per il lancio del prodotto e ha individuato profili in linea con i valori del brand legati all’amicizia, al divertimento e all’inclusività. La squadra di influencer selezionata comprende Edoardo Zaggia e Alberto Sacco, conduttori di “Most Ridiculus” su Comedy Central Italia e coppia nella vita, e Lina Galore, la vincitrice della terza edizione di Drag Race Italia. I creator hanno raccontato le caratteristiche tecniche del prodotto Absolut Gift all’interno di uno storytelling in linea con i loro contenuti di intrattenimento, arricchito da un tocco di magia. Lina Galore ha assunto le vesti di una fatina che arriva in aiuto di Edoardo e Alberto, in crisi per un’idea regalo: la bottiglia Absolut Gift risolve il loro dilemma. “Ciascun party è un’occasione per creare ricordi indelebili, e Absolut Gift rappresenta un regalo unico che rende ogni momento ancora più speciale”, afferma Letizia Invernizzi, Brand Manager di Absolut Vodka. “Insieme al team di CreationDose, che abbiamo scelto per la sua capacità di connettere brand e community attraverso i giusti creator, abbiamo dato vita a una campagna originale, capace di dare voce  ai  valori  del  brand  con creatività. Con il lancio, Absolut si conferma un brand che osa innovare e che si impegna a celebrare l’unione e la gioia di stare insieme”.  La campagna a supporto Il team di CreationDose ha coordinato una campagna di seeding che ha amplificato la risonanza del lancio di Absolut Gift e ha inviato a un pool di creator box personalizzate e curate in ogni dettaglio, per un’esperienza di unboxing propensa alla condivisione. Infine, CreationDose ha curato l’ideazione e la distribuzione del comunicato stampa dell’azienda, in collaborazione con Ghost Studio per l’attività di Pr. “Siamo molto contenti di essere stati scelti da Absolut per l’ideazione della campagna - sottolinea Anthony Favitta, Head of Influencer Marketing di CreationDose -. Per il team di CreationDose è motivo di orgoglio essere riusciti a progettare una campagna che sia stata in grado di abbracciare i valori del brand e farli propri; una leva essenziale al fine di raggiungere i risultati migliori”.  

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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