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GroupM illustra il suo impegno per la brand safety e per una pubblicità di qualità

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A Milano sono intervenuti Fides Tosoni, Chief Digital Transformation Officer, Federica Setti, Chief Research Officer, e John Montgomery, EVP Brand Safety di GroupM Global, per aggiornare il mercato sulle mosse della holding media e l’impegno per affrontare le sfide del settore

A Milano per moderare un panel di IAB Interact in programma nella giornata di oggi, John Montgomery, EVP Brand Safety di GroupM Global, è intervenuto ieri per discutere con la stampa delle ultime evoluzioni del mercato pubblicitario e della strategia intrapresa dalla holding media parte di WPP. A introdurre i lavori è stata Fides Tosoni, Chief Digital Transformation Officer di GroupM Italia.

Partendo dalla constatazione che il segmento dell’advertising digitale è in una fase di consolidamento anche nel nostro Paese - è arrivato al 28% del market share, per un giro d’affari di circa 2,2 miliardi di euro -, Fides Tosoni ha sottolineato la necessità di affrontare con consapevolezza le sfide che questa evoluzione porta con sé. «GroupM - ha detto - è impegnata nello sviluppo di linee guida per promuovere il livello qualitativo dell’advertising».

Una proposizione che non si limita alla sola relazione con i clienti, ma che si traduce in un lavoro quotidiano di educazione al settore. «Oggi non siamo a un punto di arrivo, ma stiamo affrontando un percorso in divenire, per questo abbiamo deciso di dedicare un momento di confronto con John Montgomery». La presenza del manager nella nostra città, infatti, è stata utile per allargare il dibattito a una visione internazionale più ampia riguardante i grandi temi del digitali.

Fides Tosoni, Chief Digital Trasformation Officer di GroupM
Italia, la prospettiva è positiva

Quindi ha preso la parola Federica Setti, Chief Research Officer di GroupM Italia, la quale ha dato un’interpretazione positiva del nostro mercato: «La crescita è spinta da driver come mobile, social e video. E anche la search mantiene una traiettoria favorevole», ha precisato. Ma il mercato è maturo e, come già detto, affiorano nuove sfide, su tutte l’importanza di garantire un ambiente pubblicitario “clean e safe”.

Un concetto che è divisibile in tre macro-aree. La prima è quella della user experience, minacciata da formati pubblicitari talvolta troppo invasivi che hanno portato gli utenti ad adottare filtri per bloccare la pubblicità. La seconda area è quella del coinvolgimento dell’utente: in questo caso le persone tendono a “skippare” i video troppo lunghi, mentre diviene preferibile adottare formati più brevi in grado di catturare l’attenzione, senza però annoiare. La terza è riconducibile ai contesti safe. E qui la prospettiva è benevola: «Secondo nostri benchmark 2017 misurati con tool di ad verification IAS e Moat, l’ad fraud è pari allo 0,7% e la brand safety, ovvero annunci inseriti in contesti particolarmente sensibili come contenuti per adulti, violenti, sulle droghe, su download illegali, raggiunge il 3,6% delle impressions», ha aggiunto.

Federica Setti, Chief Research Officer di GroupM

In questo contesto s’inserisce il sostegno attivo di GroupM alla Coalition for Better Ads, di cui la sigla fa parte. L’organizzazione ha riportato in auge anche il tema della creatività, che va ripensata e riadattata a nuove logiche che, come già visto, privilegino video brevi ed emozionali e non infastidiscano i consumatori. Il contesto safe è connesso, invece, alla viewability, che richiede standard sempre più stringenti e in linea con gli obiettivi, e alle già citate ad fraud e brand safety. Per validare il tutto diventa fondamentale la misurazione di terze parti, in questo senso GroupM collabora con quattro partner. Questo spostamento nel settore della pubblicità ha degli effetti: oltre all’adozione di nuovi formati, si registra un aumento dei costi perché l’inventory di qualità tende a scarseggiare, mentre la transizione verso soluzioni qualitative richiederà uno sforzo più importante nei deal in reservation, con il programmatic che è già compliant. La decisione finale spetterà poi ai clienti, i quali dovranno fissare il rischio di tolleranza.

GroupM punta sul nuovo parametro della qualità
John Montgomery, EVP Brand Safety di GroupM Global

«La preoccupazione più urgente dei clienti a livello globale riguarda la garanzia di inserimento del marchio in contesti appropriati e non sconvenienti. Per quanto ci si applichi per garantire continuamente che l’intero ecosistema digitale rimanga il più sicuro possibile, l’enorme scala e la velocità con cui gli annunci vengono serviti e consumati rendono inevitabile una certa misura di rischio», ha esordito John Montgomery.

Per rispondere a questa situazione GroupM ha varato una strategia che copre tutti gli aspetti capaci di mitigare il rischio. Tra i principali ci sono la viewability e le frodi, che hanno un impatto finanziario, il tema del contesto e della user experience, connessi alla reputazione e, infine, il GDPR, relazionabile al tema legale. «Ora disponiamo di un team global specializzato in brand safety in Asia, in Europa e in America, con una rete di “ambassador” locali presenti in ogni agenzia e in tutti i Paesi in cui operiamo», ha proseguito Montgomery.

Il manager ha affrontato l’argomento della qualità, strettamente correlato alla safety e all’impegno di GroupM per un miglioramento di tutto l’ecosistema. La holding è consapevole che le grandi piattaforme come Facebook e Google (YouTube), alimentate da user generated content, non potranno mai essere del tutto verificabili manualmente. «La tecnologia può essere d’aiuto, ma non è perfetta».

In questo senso i due OTT hanno aumentato l’organico assumendo migliaia di nuove risorse per controllare le miriadi di contenuti che vengono caricate ogni minuto, ogni ora, ogni giorno. Tuttavia queste piattaforme portano via una fetta consistente del mercato digitale, solamente ridistribuendo contenuti. Contenuti che sono prodotti da redazioni ed editori attraverso importanti sforzi economici. Tornando nuovamente sulla qualità, Montgomery ha evidenziato come sia necessario riconsiderare la logica del CPM, per abbracciare con forza quella della qualità. «Educhiamo i clienti e l’industry per introdurre questa dimensione, specialmente nelle modalità di misurazione delle campagne».

Ma cosa significa qualità? «Significa che un annuncio sia fruito da un essere umano, veicolato al giusto target, in un ambiente sicuro». Una trasformazione che coinvolge tutti: le agenzie, che devono educare, fornire standard, investire in tecnologia «e soprattutto premiare i publisher», che a loro volta devono garantire una user experience il più elevata possibile. E, infine, i clienti, che devono guidare questo passaggio. Perché per Montgomery: «You get what you pay for».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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