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ADS: corsa per il ripristino delle multiple digitali

Autore: V Parazzoli


Il report di Reply evidenzia numerose complessità ed è ancora al vaglio della Commissione Lavori. Ma il CdA non è stato ancora convocato e la nuova release è attesa entro il 10 luglio

Sulla vicenda delle copie multiple digitali di ADS, a questo punto, si può parlare solo di una corsa contro il tempo per vedere se, almeno in parte, quelle vendute attraverso questa modalità potranno tornare a essere conteggiate al fine del computo totale di quelle diffuse per ogni testata. Dopo la loro sospensione decisa dal CdA della società per effettuare le opportune verifiche che l’organismo ha deciso di affidare a Reply in seguito ai dubbi sollevati da Condé Nast sull’effettivamente avvenuta downloadizzazione delle relative, singole, copie, il report della struttura di consulenza digitale è stato completato, ma è ancora al vaglio dell’apposito gruppo di lavoro composto da tre membri della Commissione Lavori della società di cui è presidente Carlo Mandelli.

Carlo Mandelli Carlo Mandelli

ADS: è corsa contro il tempo

La Commissione svolge funzioni di Comitato Tecnico e sta esaminando il complesso documento prodotto da Reply, per darne poi una sintesi al CdA di ADS, che deciderà cosa fare sulla scorta delle evidenze emerse. Ma il tempo a disposizione per eventualmente ripristinare l’apporto di questo canale alle diffusioni già dalla prossima release - e, cioè, quella relativa al mese di maggio per quotidiani e settimanali, e ad aprile per i mensili - è davvero poco, perché, in genere, i dati vengono rilasciati entro la prima decade di ogni mese e la materia pare sia piuttosto per non dire alquanto complessa. Non a caso, a ieri, il Consiglio non era stato ancora convocato.

Come già anticipato da DailyMedia, infatti, Reply ha evidenziato non meno di 6-7 situazioni diverse, che riguardano le modalità sia di cessione delle copie (per esempio, in abbonamento, in cambio merce, in blocco a un intermediario), sia del riscontro dell’avvenuta, singola, downloadizzazione da parte dell’utente finale. In realtà, l’attuale Regolamento è già abbastanza preciso, specie laddove segnala che “l’avvenuta attivazione da parte dell’utente finale dev’essere sempre verificata dalla Società di Revisione attraverso il controllo, sul sistema informativo che gestisce l’effettiva distribuzione delle copie digitali, del log di sistema generato al momento della singola attivazione”, e dove precisa che “tale verifica dev’essere effettuata su un campione significativo di contratti e di utenze e può essere realizzata attraverso interrogazioni a video, online o batch del sistema stesso“.

Il regolamento aggiunge inoltre che “nel caso di vendita a soggetti giuridici (a titolo esemplificativo aziende, enti pubblici, ecc.) di copie fruibili per un certo numero di dipendenti/utenti attraverso l’intranet dell’acquirente, sono considerate attivate e certificabili solo le copie per le quali siano messe a disposizione della Società di Revisione le informazioni di log relative ai singoli utenti finali, ad esempio attraverso la generazione di un report che contenga la registrazione delle attivazioni e che evidenzi l’identificativo dell’acquirente, dell’utente e del prodotto.

Nel caso invece di vendita attraverso intermediari, sono considerate attivate e certificabili esclusivamente le copie per le quali l’intermediario consenta la verifica puntuale dell’avvenuta attivazione da parte dell’utente finale (ad es. presso alberghi, aeroporti, stazioni, ecc.), mettendo a disposizione della Società di Revisione i log generati dal sistema informativo al momento della singola attivazione e consentendo alla Società di Revisione una dettagliata analisi delle procedure interne di generazione dei suddetti dati”.

Gli eventuali aggiornamenti in senso restrittivo del Regolamento dovrebbero andare quindi in direzione di un’accentuazione della possibilità che la copia scaricata sia effettivamente certificabile e, quindi, a un certo punto, certificata come tale: e da una persona fisica, non da un robot. La sola “attivazione”, insomma, non vale, e il mercato chiede trasparenza su questo fronte. Ovvero, che ci siano una mail di richiesta e una di risposta, e un effettivo scaricamento della replica. Per questo, il CdA di ADS dovrà vagliare caso per caso come si compongono per ogni giornale le copie multiple digitali e ripristinare quelle vendute attraverso modalità ritenute valide. Un lavoro abbastanza complesso che, appunto, fa pensare che sia possibile un loro rinvio, almeno per la prossima tornata.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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