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ADS: venerdì la verifica sulle multiple digitali

Autore: V Parazzoli


Dopodomani atteso il risultato dell'audit di Reply. Ma il “confronto” tra diffusioni e lettori rivela molte incoerenze

Dovrebbe essere pronto dopodomani - secondo quanto risulta a DailyMedia - il report di Reply sulle copie multiple digitali: il CdA di ADS sarà così nelle condizioni di valutare se e come reinserirle all’interno degli accertamenti delle diffusioni stampa dopo la loro sospensione cautelativa, che ha portato alla non pubblicazione dei relativi dati per il report di aprile riferito a quotidiani e settimanali e di marzo per i periodici. L’organismo di cui è presidente Carlo Mandelli e soprattutto il mercato si attendono lumi sul nodo di fondo del problema che è stato sollevato da Condé Nast: la verificabilità, e quindi la possibile, successiva certificazione, che le repliche vendute attraverso questo canale siano state effettivamente scaricate.

ADS: il caso sollevato da Condé Nast

Il Gruppo guidato da Gianpaolo Grandi aveva posto il problema dopo aver appurato (in base a verifiche condotte a campione con la Johnsons, lo stesso operatore con cui era stata concordata una vendita in blocco di copie digitali di una serie di sue testate), che solo lo 0,42% di queste era stato effettivamente downloadato. Il fatto si era verificato nel 2014 e Condé Nast aveva deciso nello scorso autunno, in fase di certificazione delle diffusioni delle sue testate, di togliere i dati relativi alle multiple digitali, dichiarando che non avrebbe più utilizzato questo canale. La sospensione di questi ultimi, come già ricostruito da DailyMedia, ha determinato la sottrazione del loro contributo al totale delle diffusioni con penalizzazioni, soprattutto, per una serie di testate di Hearst Magazines Italia, Il Sole 24 Ore e Italia Oggi. Quali siano le modalità e le verifiche che poi portano alle relative certificazioni delle repliche diffuse attraverso questo canale (ma ciò riguarda qualsiasi editore che se ne avvale), non è stato dato sapere, al di là delle dichiarazioni rilasciate dal quotidiano confindustriale e cioè che “le vendite tramite questo canale avvengono in logica b2b e, quindi, ad aziende e associazioni professionali”.

ADS: il problema è se le multiple digitali vengono effettivamente scaricate

Il problema, però, non è questo, ma piuttosto se le multiple digitali vengono poi effettivamente scaricate. L’impressione è che i dubbi su questa modalità diffusionale evidenzino una problematica più ampia sui sistemi di verifica delle diffusioni e dei lettorati nel loro insieme. C’è da premettere, infatti, che il confronto tra queste due indagini ha una relativa fondatezza. Nel caso di Audipress, i numeri sono frutto di campionature nazionali e di altri elementi che ovviamente li appiattiscono e che forse, proprio per questo, potrebbero anche essere migliorate. Nel caso, emergerebbe un quadro - sicuramente giustificabile e da interpretare, appunto, caso per caso - che presenta comunque delle incoerenze che non si possono non evidenziare. Ad esempio, parlando ancora del Sole 24 Ore, i calcoli (magari non precisi al millesimo) elaborati in base alle ultime rilevazioni, danno un rapporto di 3,08 tra copie complessive diffuse e numero complessivo di lettori, che diventa 3,03 in quello tra sole copie digitali diffuse e soli lettori digitali. Rapporto che, però, scende a 0,96 se si aggiungono le ultime multiple digitali dichiarate. Tradotto - e ancora ribadito che il confronto vale per quel che vale - significa che, in questo caso, il quotidiano di Confindustria vanta più copie digitali diffuse rispetto al numero di chi le legge o dichiara di leggerle. Gli stessi tre indici diventano, rispettivamente, 3,04, 10 e 0,87 per Italia Oggi. Per Il Corriere della Sera, sono 6,5, 2,16 e 2,01. Per La Stampa 6,25, 1,96 e 1,87. E ancora, per la Repubblica, sono 8, 3,68 e 3,50. Una certa ricorrenza, comunque, si nota. Per La Gazzetta dello Sport (esclusa l’edizione del lunedì), grazie forse ai tavoli dei bar, i rapporti si attestano a 15,53, 8,30 e 7,33. Se però si esamina il magazine Io Donna (in abbinata obbligatoria con il Corsera), i rapporti cambiano completamente: 2,66, 0,11 e 0,10. Certo, si dirà, chi si legge un periodico sul digitale? Quasi nessuno, appunto. La stessa dinamica dovrebbe valere per D - la Repubblica delle donne, che ha rapporti, rispettivamente, di 3,64, 0,33 e 0,32, e per il Venerdì, con 4,34, 0,55 e 0,51. E la domanda - da prendersi, come detto, più che con le pinze - è sempre la medesima: ma perché solo la metà, per non dire un terzo, delle copie digitali diffuse (e si presume, quindi, pagate), viene letto? Prendiamo qualche altro settimanale a caso: per Sorrisi e Canzoni Tv, che non usa le multiple digitali, i rapporti sono del 4,98 e dello 0,42. Identica “moria” per Settimanale Dipiù (4,84 e 0,81) e Oggi (7,38 e 0,81). Passando ai mensili, Elle ha un rapporto complessivo di 5,10, che diventa di 1,39 sul fronte digitale ma che crolla allo 0,20 con le multiple. Analoga situazione ha Marie Claire, con 8,56, 1,02 e 0,075. Vogue e AD li hanno, rispettivamente, di 23,9 e 3,69 il primo, e di 12,15 e 2,77 il secondo. Ma, come detto, per le due testate di Condé Nast, non ci sono più le multiple digitali, che avrebbero inevitabilmente abbassato il rapporto. E che risulterebbero pochissime, per avanzare qualche ultimo esempio, anche per National Geographic che, invece, ha rapporti davvero interessanti: 18,28, 48,04 e 41,45. Insomma, è una rivista che ci si passa di mano in mano e di tablet in tablet: a differenza di Focus, che arriva sì al 23,96 nel rapporto complessivo, ma che scende “solo” all’1,34 sul fronte digitale.


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Tv

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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