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Adform, l’intervista al chief revenue officer Jay Stevens

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Il manager, in Italia per partecipare all’A-Day, ha parlato della sua nuova esperienza: «L’Italia è un mercato fantastico, dove la nostra offerta ha convinto l’industry»

A chiudere i lavori dell’A-Day è stato un ospite di caratura internazionale Jay Stevens, figura di spicco dell’ad tech. Dopo una lunga esperienza in Rubicon Project, Stevens ha lasciato il ruolo di general manager  international per approdare a giugno di quest’anno in Adform in qualità di chief revenue officer. Americano, ha lavorato a Londra diversi anni, a MySpace oltre che a Rubicon Project, dove è entrato nel 2009 guidandone l’espansione in nuovi mercati. Il suo profilo professionale vanta svariate esperienze nel settore, cominciate alla fine degli anni novanta. Le sue passioni: mountain bike, sci e pesca. Dopo aver intrattenuto la platea sulle sfide degli editori digitali, Stevens ha incontrato DailyNet. Il suo ruolo è stato appositamente creato da Adform, azienda danese nata nel 2002 guidata in Italia da Alfonso Mariniello, il cui team è in forte espansione. Come nelle precedenti esperienze, il compito di Stevens è quello di governare l’espansione societaria in nuovi mercati e consolidare la gestione di quelli esistenti. «Adform è un’avventura fantastica, offriamo un prodotto tecnologicamente molto avanzato e completo - ha dichiarato -. Siamo una realtà costituita da 800 persone e attiva in 18 country con 20 uffici e un focus importante sul prodotto e sullo sviluppo, potendo contare su un nutrito team di ingegneri». Data la sua provenienza geografica, l’Europa del Nord, Adform è molto forte nei Nordics mentre da ormai qualche anno la società si è allargata in Italia, Spagna, Germania e Uk, per citare alcuni dei mercati più importanti, oltre  l’Asia, dove è presente a Singapore ma anche in Turchia. «L’Italia è un mercato importantissimo per Adform. Stiamo andando in modo straordinario», ha proseguito.

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Un’offerta full-stack

Effettivamente le parole di Stevens, pur senza fornire percentuali, sono suffragate dallo sviluppo di Adform che nel secondo semestre ha rafforzato il team di account management con l’ingresso di diverse figure professionali d’alto profilo per garantire un robusto e strutturato servizio di supporto e accounting per le soluzioni e per i prodotti offerti dall’azienda ai clienti del nostro Paese. E di recente Adform ha annunciato una serie di accordi, specialmente in campo native, per dotare gli inserzionisti partner di nuove opportunità di comunicazione. «Il nostro punto di forza è quello di avere una piattaforma full-stack - ha dichiarato Stevens -. Possiamo dare ai nostri partner una gamma completa di soluzioni». Nata, infatti, come una tecnologia di ad serving, in virtù degli alti investimenti in R&D, Adform ha prima abbracciato il lato della domanda per poi avvicinarsi a quello dell’offerta e oggi può contare su una tecnologia completa che comprende al suo interno DSP,DMP e SSP. «Il nostro vantaggio competitivo è stato quello di aver consolidato in unico touchpoint diverse soluzioni, compresa la  parte creativa offerta agli advertising insieme al trading».

Il programmatic contamina i media offline

«Un altro segmento su cui siamo all’avanguardia è quello del programmatic offline - ha continuato Stevens -. Siamo convinti che l’automazione in futuro avrà contaminato anche i mezzi offline, stampa compresa. È una questione di flussi di lavoro, gli altri canali hanno compreso i benefici della tecnologia». Nel nostro Paese Adform ha sviluppato insieme al network Grandi Stazioni Retail un’attività di programmatic in esterna. L’intera operazione è stata eseguita utilizzando la piattaforma Adform, la quale ha integrato la sua supply-side platform (SSP) nei sistemi di inventory di Grandi Stazioni Retail, consentendo agli acquirenti di selezionare le posizioni Out-of-Home su cui desideravano investire sulla base di ciascuna impression. Contestualmente, anche le agenzie media hanno potuto acquistare le impression tramite la demand-side platform (DSP) di Adform.  Gli annunci, infine, sono stati creati in real time con gli strumenti dinamici di ottimizzazione della creatività di Adform.

L’accordo con Rubicon sul programmatic audio

Stevens ha anche ricordato il fresco accordo con Rubicon Project per permettere ai brand partner di acquisire inventory in programmatic. I clienti di Adform possono, infatti, comprare 15 o 30 secondi di annunci audio di Spotify in modalità programmatica attraverso la piattaforma tecnologica di Rubicon, targettizzando gli utenti senza abbonamento di Spotify in tempo reale tramite la DSP proprietaria. La combinazione di dati deterministici di Spotify, il marketplace premium di Rubicon Project e le capacità di targeting di Adform consente agli inserzionisti di raggiungere gli ascoltatori più rilevanti offrendo loro esperienze più personalizzate. Il tutto in tempo reale, definendo una specifica ad frequency per ottenere i massimi risultati. In termini di misurazione, Adform è in grado di monitorare i tassi di completamento degli annunci, nonché i momenti di pausa e di mute: queste informazioni vengono integrate nelle analisi standard dei report per fornire una visione completa delle performance delle campagne.

Le sfide degli editori di oggi

Durante l’evento, Stevens ha dato un assaggio dello scenario. Il suo speech è iniziato dal mobile: il manager ha sottolineato il cambio di paradigma imposto dall’esplosione degli smartphone, mostrando un grafico eMarketer, secondo cui nel 2019 il 70% della pubblicità digitale sarà destinato al mobile su base globale. Un tema di grande attualità, che dà immediatamente l’idea di dove gli editori debbano andare. «Google e Facebook sono i due soggetti che stanno guidando la crescita», ha detto. Quindi Stevens ha ricordato anche altre sfide, in primis le piattaforme di distribuzione come Instant Articles o AMP, una minaccia ma al tempo stesso un vantaggio per i publisher. E poi ci sono le nuove piattaforme, Snapchat su tutte, pronta a quotarsi in Borsa con una proiezione del fatturato per l’anno prossimo a 1 miliardo. «Ricordiamoci che sono i consumatori ad avere il potere di scelta». Potere di scelta che nei casi peggiori si può tradurre nell’installazione di ad blocker. «L’utilizzo di troppi fornitori diversi nella filiera del mercato display rischia di bruciare gli investimenti media nelle fee che bisogna pagare a tutti i soggetti coinvolti. Invece l’adozione di una soluzione full stack come quella di Adform riduce questo fenomeno e rende più felici sia gli inserzionisti che i publisher». «Adform è una piattaforma di comunicazione unica integrata con tutti i canali». E il tema della misurazione, che ha assorbito i lavori dell’A-Day? «La misurazione, le metriche sono concetti a volta troppo complessi per publisher e advertiser. è una grande sfida per l’industry, ci sono tante metriche, provider diversi con differenti metodologie». <


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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