ABBONATI

Alphabet sotto le attese: per Google cpc in calo

Autore:


Nel primo trimestre Big G ha generato 18 miliardi di ricavi dall’advertising, ma l’aumento dei click su mobile ne abbassa il prezzo. Per Microsoft buone notizie da Bing e Surface, un po’ meno da ricavi, utili e telefoni

Un giovedì sera intenso in terra statunitense. Non per l’NFL, che è in pausa e tornerà dopo l’estate in diretta su Twitter proprio in questo giorno, ma per le aziende hi tech a Wall Street, con Alphabet - alias Google - e Microsoft alla prova trimestrale. Ed entrambe le company non hanno centrato le attese degli analisti. Alphabet leggermente sotto le attese Nell’after hour la holding che controlla Google ha bruciato decine di miliardi di capitalizzazione, stabilizzandosi attorno a quota 500 miliardi di dollari. Questo perché i ricavi sono stati leggermente al di sotto delle previsioni ma comunque in robusta crescita, a 20,26 miliardi mentre l’utile per azione si è attestato a 7,50 dollari a fronte di 7,90 attesi. E dire che nell’ultimo test in Borsa, l’anno scorso, Alphabet aveva sbaragliato le previsioni ed era riuscita, seppur per pochissimo tempo, a essere l’azienda con la maggior capitalizzazione prima che Apple riconquistasse il trono. E nel 2016 il valore delle sue azioni è incrementato del 39%. Google, non si arresta il calo del cost-per-click A preoccupare gli analisti sono soprattutto le basi del core business di Google, facilmente riassumibili con un termine: pubblicità. Una voce che nei primi tre mesi dell’anno è valsa 18 miliardi di dollari ma su cui incombe un problema strutturale: il calo del cost-per-click. Se si osservano i dati di bilancio, infatti, si scopre che gli “aggregated paid clicks” crescono del 29%, seguendo un trend costante dopo il +31% del quarter precedente e il + 13% di un anno prima. In contemporanea si abbassa il “cost-per-click”, a -9% nel Q1 2016, -13% nel Q4 2015 e -7% l’anno prima. Il tema è che questi due indicatori sono inversamente proporzionali: il numero dei click aumenta a causa dell’utilizzo intensivo dei dispositivi mobile mentre il prezzo tende ad abbassarsi. Un patata bollente che Google deve affrontare seriamente, con la minaccia di Facebook che si fa via via più incalzante per la competizione nel campo della raccolta pubblicitaria mobile. Una fetta interessante se si pensa che, dati eMarketer alla mano, entrambe le società detengono il 52% delle revenue mobile in Usa. In Italia, dove purtroppo non esistono stime accurate, la percentuale potrebbe anche essere maggiore. Sempre sul mobile, i costi di acquisizione traffico si alzano e questo incide sugli utili, come spiegato dal cfo Ruth Porat. In ogni caso, nella call conference, i vertici di Google hanno sottolineato come il search mobile sia stato uno dei driver di maggiore crescita, assicurando un continuo impegno nell’innovare il settore. La partita mobile che Google gioca da leader ma attenzione.. google-mobile1-colors-ss-19201-800x450Insomma la battaglia si gioca nel territorio mobile e gli orizzonti per Google sono abbastanza rosei: sempre secondo eMarketer, il colosso dovrebbe chiudere il 2016 a 62,15 miliardi di revenue pubblicitarie con poco più di 34 miliardi provenienti proprio da questo canale. La concessionaria più grande al mondo distanzia di molto Facebook, che ha fatturati minori ma sta velocemente scalando il business e può contare su un ecosistema costituito anche da WhatsApp, Messenger e Instagram, tutte applicazioni ad elevato tasso di crescita dell’utenza e con potenziali di monetizzazione enormi. Anche Oculus rappresenta un asset importante che nella visione di Zuckerberg è destinato a conquistare i mercati consumer, minando ulteriormente la leadership di Big G. Che comunque si difende alla grande: con Android e Google Play Store la società alimenta il proprio business mentre YouTube quest’anno dovrebbe superare i 5 miliardi di ricavi. Next, una scommessa a rischio? Con questa trimestrale è stata solo la seconda volta che è stata rivelata la voce “Other Bets”, dove Alphabet fattura 166 milioni di dollari con una perdita di 802 milioni contro i 633 di un anno prima. Questa divisione include gli investimenti in Nest, la company acquisita per 3,2 miliardi di dollari a inizio 2014, Verily e Fiber. Microsoft va così così: bene Surface e Bing, crollo per i telefoni Wall Strett non è stata meno intransigente con Microsoft: il gigante di Seattle, infatti, ha riportato ricavi in linea a 22,1 miliardi di dollari ma un utile per azione di 0,62 dollari al di sotto degli 0,64 attesi, perdendo circa il 5% nell’after hour.   I tre segmenti di Microsoft: Productivity & Business, Intelligent Cloud, More Personal Computing Nel primo, che include Office e Dynamics le entrate sono state di 6,5 miliardi: Microsoft ha detto di avere offi 22,2 milioni di consumer user che utilizzano 130718153925-microsoft-earnings-1024x576Office 365. Il secondo, che comprende le service revenue e le enterprise servicesha chiuso a 6,1 miliardi di dollari, in discesa dai 6,4 dell’anno precedente. Con il fatturato di Azure che viaggia a ritmo di un incoraggiante +120%. Il terzo, costituito da Windows, Devices, Gaming e Search ha generato introiti per 9,5 miliardi, giù rispetto ai 12,7 miliardi del trimestre precedente. Qui, l’area più interessante, le vendite di telefoni sono scese del 46%. Bene Surface, con i ricavi a + 61% per oltre 1 miliardo di dollari. Bing continua a crescere e fa segnare +18%, con il risultato che è principalmente dovuto all’utilizzo di Windows 10, con il 35% delle revenue search a marzo che proiene da questo canale.

Tag:

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 17/04/2024


VEKA Italia affida il rebranding a Gruppo Icat: dalla strategia alle declinazioni above e below the line

Semplicità e memorabilità: queste le due parole chiave attorno alle quali Gruppo Icat ha pensato bene di costruire il percorso di rebranding per VEKA Italia, leader del mercato mondiale nel settore della produzione di profili per serramenti in PVC, un gruppo che a livello internazionale opera attraverso le sue 46 sedi distribuite in ben quattro continenti. Quello dei serramenti rappresenta, infatti, un mercato particolarmente complesso e ricco di competitor, contesto all’interno del quale fare la differenza con una comunicazione in grado di arrivare al pubblico in maniera chiara e diretta rappresenta una tappa fondamentale. Il DNA razionale di VEKA, il suo know-how, la sua affidabilità costituiscono d’altro canto il potenziale attraverso cui l’azienda può fornire - ed essere essa stessa - la risposta perfetta ai bisogni del consumatore italiano, in un background valoriale che le permette di essere riconosciuta in tutto il mondo per la sua qualità, sicurezza e fiducia. Un potenziale scandito dalla stretta collaborazione con Icat, a cui già da tempo è stata affidata la comunicazione del marchio, in maniera sempre più ampia, coordinata e completa. La comunicazione A partire dal 2021, Gruppo Icat ha ideato per questo cliente campagne di comunicazione integrate - che si sono aggiudicate premi di settore tra cui due importanti riconoscimenti Mediastars - basate sul concept “La Migliore Vista sull’Italia”, elevando la comunicazione di marca e ponendo l’accento sugli aspetti emotivi e tecnici dei serramenti del network di esperti artigiani italiani che utilizzano i profili firmati VEKA, un brand che è la sintesi della tecnologia tedesca e dell’artigianalità Made in Italy. All‘interno del piano di comunicazione l’idea è stata poi declinata nella campagna multisoggetto OOH e DOOH, in cui gli infissi si presentano come la cornice perfetta e inaspettata per mostrare le viste più iconiche del nostro Paese. Attraverso questa strategia comunicativa, VEKA ha iniziato a rivolgersi in maniera diretta e trasparente al consumatore finale, per mostrare senza mezzi termini la qualità e la longevità dei propri prodotti; oggi la multinazionale è pronta per compiere un ulteriore e importante passo, rendendo ogni Premium Partner, oltre che un garante della costante qualità con cui VEKA si mostra alle persone, un vero brand ambassador dal punto di vista valoriale e professionale. Si tratta infatti di un marchio di fabbrica che, sin dalle sue origini, ha saputo collocare e diffondere nel mondo del design la propria value proposition, imperniata prima di tutto su Made in Italy, artigianalità e tailor made, gli stessi valori condivisi da tutti i partner VEKA. I commenti “Essere scelti e riconfermati dai clienti per guidare la loro comunicazione a 360° è per noi sempre un onore, ancor prima che un onere - spiega Claudio Capovilla, Presidente Gruppo Icat -, soprattutto nelle fasi salienti dell’evoluzione di un marchio che sono le più delicate e importanti sotto molteplici punti di vista. Per questo abbiamo pensato di partire dall’essenza di questo brand, indiscusso protagonista nel mondo dei serramenti, e del suo bagaglio valoriale, per sfrondare l’approccio comunicativo rendendolo essenziale e diretto. Siamo partiti da qui per elaborare il nuovo logo, rinnovare l’imprinting grafico e conferire freschezza agli stilemi narrativi, che andremo poi ad adattare a tutti gli strumenti di comunicazione online e offline”. Graziano Meneghetti, Direttore Commerciale VEKA Italia, aggiunge: “Il momento di svolta che stiamo vivendo all’interno del mondo VEKA testimonia il fervore che ha sempre caratterizzato il brand sin dalle sue origini e che fa parte del nostro DNA, perché la nostra è un’azienda in continua evoluzione, capace non soltanto di plasmarsi in base alle mutevoli esigenze del mercato ma anche di diventare un vero e proprio leader del cambiamento. Una capacità di innovazione che trova espressione in una fitta rete di partner altamente professionali con cui condividere i valori che ci identificano. Un network d’eccellenza che, da oggi, diventa ‘Veka Premium Partner’ su tutto il territorio nazionale. Stiamo progettando un futuro ricco di novità, di cui questa rappresenta soltanto l’inizio”.  

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy